La classifica, dopo 2 giornate del girone di ritorno, inchioda la Roma: il 5° posto, a 5 punti dalla Lazio terza e a 2 dall’Inter quarta (e davanti pure negli scontri diretti), spaventa la tifoseria. Perché il ritardo accumulato da 5 partite (solo 3 punti conquistati) nella corsa alla zona Champions rischia di compromettere questa stagione e soprattutto la prossima. La proprietà Usa, attraverso il management che lavora a Trigoria, non invia messaggi rassicuranti alla piazza. Ad oggi, per la verità, la società giallorossa non ha ancora ceduto nessuno dei titolari dell’attuale rosa. Ma è altrettanto vero che nessuno ha mai smentito la possibilità di privarsi di qualche big entro la fine gennaio. Basta ascoltare ogni intervento in pubblico di Monchi per farsi un’idea di quale sia la strategia in questa sessione invernale del mercato: Pallotta dà la priorità alle plusvalenze, non ai risultati. Prima viene, dunque, il bilancio del club e solo dopo la competitività della squadra. Il ds, mediaticamente in evidente difficoltà, non può far altro che adeguarsi, rispettando l’input delpresidente.
PERCORSO RISCHIOSO – Dzeko ed Emerson sono ancora a Trigoria: l’attaccante non ha l’accordo con ilChelsea, il difensore sì, ma a Londra aspettano ad annunciarne l’acquisto, come se fosse vincolato (e non lo è) a quello del compagno. Doppia operazione in stand by. Più passa il tempo e più il centravanti si tiene stretta la maglia giallorossa. Magari la notizia non fa piacere a Pallotta, ma di sicuro tranquillizza, anche se solo momentaneamente, Di Francesco. Non sono calciatori qualsiasi e perderli a metà stagione, pur certificando quasi 40 milioni di plusvalenza, diventerebbe almeno pericoloso. Il centravanti è l’unico attaccante della rosa che continua a garantire gol. Non segna con la stessa continuità mostrata nella scorsa stagione, ma è già a 13 reti (10 in campionato). Schick, Under e Defrel, invece, sono ancora a digiuno in campionato e in Champions, dove i primi 2 non hanno ancora debuttato. I 3 attaccanti scelti da Monchi in estate non possono certo dare garanzie all’allenatore nel raggiungimento del 4° posto. L’addio di Dzeko, in questo senso, è accettabile solo guardando al Financial Fair Play. Finanziariamente, dunque, e non tecnicamente. Se, insomma, va via il centravanti, incassando 30 milioni, bisogna comunque investire sul sostituto. Che deve essere il Finalizzatore. Cioè l’interprete che manca alla Roma, oggi più che mai: l’attacco è il 7° della serie A. Dopo Salah, ceduto a giugno, i giallorossi non si possono permettere di lasciar partire pure Dzeko senza prendere il suo sosia. Limitarsi alla controfigura significherebbe penalizzare ulteriormente la squadra.
FASCIA SCOPERTA – Non è che l’annunciata cessione di Emerson sia però meno dolorosa. La flessione di Kolarov, da qualche settimana, è evidente. Sul rendimento del fluidificante mancino incide la stanchezza del minutaggio spropositato. Ecco che diventa obbligatorio avere l’alternativa in rosa se Emerson saluta Di Francesco e i compagni. La Roma, già incompleta all’alba della stagione (senza l’esterno basso e quello alto per la corsia di destra: infortunato il terzino e mai sostituito Salah), andrebbe a caccia del 4° posto chiaramente indebolita. Dal mercato estivo (addio di Szczesny, Ruediger, Salah e Paredes: 3 titolari e mezzo) e da quello invernale (in uscita Emerson e Dzeko: via, insomma, altri 2 titolari). Non sarebbe più il gruppo del 2° posto e del record degli 87 punti. Diventerebbe quello del 5° posto attuale. E del ridimensionamento reale da spiegare alla piazza. Senza bluffare.