Un altro no. Come Antonio Conte, pure Gian Piero Gasperini ha rispedito al mittente le avances della Roma. Un secondo rifiuto che, per certi versi, brucia pure di più rispetto a quello dell’ex ct della Nazionale. E la cosa per la Roma (o dovremmo parlare d’azienda?) sbandata di questi tempi, è un colpo da ko sotto qualsiasi punto di vista (l’azienda cosa dice?).
Lo schiaffo gasperiniano e atalantino dà la dimensione di questa Roma che appena un anno fa giocava una semifinale di Champions e che negli anni passati era stata, se volete nel bene e nel male, assoluta protagonista nel mercato. Ora si è trasformata in una comprimaria che fa una fatica dannata a trovare un allenatore con cui programmare un difficile, anzi di più, rilancio.
Il no di Gasp Volendo si potrebbe dire che quello di Gasperini è stato un sì all’Atalanta e alla famiglia Percassi. In realtà è stato un no alla Roma. Che, pure in questa circostanza, si è mossa come un marziano proiettato nel rutilante mondo pallone, senza conoscere, sapere, comprendere dinamiche calcistiche che dovrebbero essere la base. Le cose, per quello che ci risulta, sarebbero andate così: qualche settimana fa un alto dirigente della Roma (il Ceo?), dopo essere rimasto con un pugno di mosche in mano nella vicenda Conte (convinto che non sarebbe mai andato all’Inter, forse il Ceo non conosce Marotta e i rapporti che ha con Conte), nell’attesa che si risolvesse il rebus Sarri (che peraltro tutti danno come prossimo allenatore della Juventus) ha contattato Gasperini, offrendogli la panchina della Roma. Il tecnico, pare lusingato, avrebbe risposto positivamente dicendo però che ne avrebbe dovuto parlare prima con l’Atalanta.
Una società di calcio, sottolineiamo calcio, in quel momento avrebbe dovuto dire chiaro e tondo che aveva bisogno di una risposta, sì o no, senza ripensamenti. Non è stato fatto, con la convinzione un po’ arrogante che Gasperini si sarebbe liberato perché come si fa a dire no alla Roma per l’Atalanta? Invece si fa, cara Roma, basterebbe profumare un po’ di calcio per poterlo anche solo sospettare.
E così ieri Gasp ha avuto un lungo incontro con il presidente Percassi alla fine del quale la proprietà atalantina si è detta «ottimista, ci rivedremo domani (oggi ndr) per un caffè», per poi scoprire dal comignolo di casa Percassi la fumata bianca che oggi sarà santificata da un prolungamento contrattuale per il tecnico fino al 2022 per una cifra netta di quasi tre milioni (paga la Champions senza dimenticare che la famiglia Percassi ha una notevole forza economica ma forse di questo a Trigoria non ne sono a conoscenza).
Ora chi?
FONTE: Il Romanista