(PREMIUM) Che partita è stata? “E’ stata una partita fatta da uomini e da squadra. Voglio continuare a sognare con questa squadra. Vivere queste serate da grandi emozioni. Mister Arrigo (Sacchi, ndr) ne ha vissute tante ed è abituato, io spero di viverne altre. Ai quarti voglio solo evitare la paura, dobbiamo affrontare le squadre con questo piglio”.
E Under come stava? “Non si può pensare che un calciatore possa dare sempre il meglio di se, non era brillantissimo anche nelle scelte, ci può stare, ha un grande futuro e ha preso anche una botta”.
Temete qualche squadra ora che siete ai quarti? “Voglio continuare a sognare con questa squadra, quello che mi è piaciuto è stato anche il tifo che ha sofferto”.
Chi vorreste non trovare? “La paura, credo. Voglio affrontare le squadre con questo piglio”.
Cose da migliorare? “Assolutamente si, quando giochi contro una squadra di grandi palleggiatori, ma mi è piaciuta la squadra. Stiamo crescendo anche a livello organizzativo, ma non bisogna accontentarsi mai”.
Come valutate la vostra prestazione senza tiri in porta subiti di oggi? “Dal punto di vista dell’applicazione 10, poi ci vuole anche l’abitudine a fare certe gare, magari i miei calciatori non erano abituati e nemmeno l’allenatore. Dal punto di vista tattico meno, ma sono tutti meccanismi che si migliorano con risultati e consapevolezza”.
(ROMA TV) La Roma sta finalmente ripartendo dopo 2 mesi duri ed è passata stasera “Non deve passare per la normalità, abbiamo fatto qualcosa di straordinario dal punto di vista della squadra. Fai fatica a reggere certe pressioni, ma noi siamo stati uniti, stiamo venendo fuori e stanno facendo qualcosa di importante. Questa più che dei giocatori è la vittoria degli uomini che ho nello spogliatoio. Oggi la squadra ha saputo soffrire, accompagnata da un pubblico straordinario”.
Una bella prova… “Le partite si vincono con la testa, è normale che negli ultimi minuti avevamo quasi paura di portarla a casa, loro non avevano nulla da perdere e ci è mancata la lucidità per ripartire, ma tatticamente la squadra ha fatto una partita totale dal punto di vista della qualità”.
Forse la partita più bella di questo anno? “Un risultato troppo importante, era importante vincere. Oggi ho visto uomini in campo, tutti volevano raggiungere l’obiettivo. Sono gli atteggiamenti a fare la differenza”.
Il sorteggio? “Viviamo questo sogno con spensieratezza, senza aver paura. Lo spirito di oggi deve accompagnarci fino alla fine. Abbiamo fatto qualcosa di straordinario ma non basta, non ci dobbiamo accontentare”.
La squadra ti segue? “E’ quello su cui abbiamo lavorato nell’ultimo periodo. Siamo stati molto bravi a pressare il portiere che l’ha giocata molte volte”.
Avete avuto grande pazienza… “Questa squadra aveva grande qualità, spesso ci fermavano facendo il fuorigioco. Ho chiesto pazienza perchè queste partite si vincono anche al 90′, oggi siamo stati una squadra matura e questo è l’aspetto più importante”.
De Rossi sta crescendo? Chi preferirebbe affrontare ai quarti? “Non mi interessa l’avversario. Daniele è il capitano e deve essere il simbolo sempre: ha un’applicazione e determinazione impressionate, il capitano deve trasmettere questo e io sono molto contento di questo”.
CONFERENZA STAMPA POST-MATCH
Adesso il cerchio si chiude in qualche modo
“Oggi è una dimostrazione che la squadra sia cresciuta fisicamente in modo esponenziale. Mi sembra che stiamo parlando d’appelli ma delle ultime 6 gare ne abbiamo vinte 5, abbiamo passato il turno in Champions. E’ una squadra in crescita, dal punto di vista fisico e mentale”
Chi preferirebbe ai quarti tra Juve e Siviglia? Dove ancora deve migliorare la sua Roma? “Ho sentito Vincenzo pochi giorni fa e ci siamo dati appuntamento in finale… Al di là della battuta, di ottimo auspicio perché bisogna sognare, dobbiamo metabolizzare quello che abbiamo fatto, mantenere l’equilibrio e pensare a Crotone”
Come vi siete preparati? Hanno avuto la palla per buona parte del gioco loro… “Abbiamo fatto poco bene il pressing perché alzavamo troppo il mediano e la mezzala opposta non s’alzava coi tempi giusti. Ugualmente uscivamo in ritardo sui centrali e dovevamo uscire con gli esterni perché scoprivamo troppo la zona centrale. Quando affronti una squadra forte devi mandarla più esternamente, nel primo tempo hanno giocato spesso palla al portiere e la buttavano via. Oggi non possiamo neanche nominare Alisson perché non ha fatto neanche una parata, la squadra ha avuto una concentrazione, un’applicazione e una cattiveria agonistica unica. Questo deve essere un percorso iniziale che ci deve accompagnare nel futuro”