Si sblocca la Roma, a fatica ma finalmente torna a segnare più di un gol (cinque, prima volta in questa stagione), rimette un piede in zona Champions, scavalca la Lazio e si porta a un punto dall’Inter terza in classifica. Ma anche stavolta tanta fatica, parte sotto consentendo al Benevento (7 punti in classifica mai una vittoria in trasferta e quarto gol in 24 gare lontano da casa: mai fatti due nella stessa partita) di andare in vantaggio e tenere i padroni di casa sulla corda per un’ora buona. Poi, dopo il pari di Fazio, la Roma ritrova anche i gol dei suoi attaccanti sui quali c’è bello grosso il sigillo del giovane turco Under: migliore dei suoi. Prima mette sulla testa di Dzeko una palla sulla quale c’è sopra scritto “spingere” che vale il gol numero 48 del bomber bosniaco (che resta impassibile, non esulta, quasi scocciato… Mah) e il vantaggio romanista.
Quindi il timbro personale, secondo consecutivo in due gare: non male per un giocatore che in molti avrebbe già voluto rispedire al mittente. Può bastare? No, perché il giovane turco realizza, con un gran gol, la sua prima doppietta in Italia. La seconda rete di Under manda in orbita la Roma che trova però ancora il modo e il tempo per incassare un altro gol: altra distrazione incredibile di una squadra che non può concedere queste cose. Perché si la Roma ha vinto, risultato finale 5-2 (primo gol in giallorosso di Defrel dal dischetto) ma va anche fatta la tara di un rivale troppo inferiore che per certi versi, nonostante gli innesti arrivati a gennaio, non fa testo. Tutto il Benevento guadagna meno del solo Dzeko.
Resta la classifica e il significato di questi tre punti che cambiano solo la classifica momentanea, ma fanno da preludio a un finale di campionato incandescente per gli ultimi due posti utili per la Champions del prossimo anno. È corsa a tre con Inter e Lazio, tre squadre chiuse in altrettanti punti e un calendario che può fare tutta la differenza del mondo con gli impegni di coppa che peseranno come macigni. Quattordici giornate da giocare, la strada è ancora lunga ed è chiaro che andrà avanti chi sbaglierà meno.