La Roma osserva, senza intervenire e senza drammatizzare. Piuttosto guarda oltre, oltre Spalletti, per non lasciarsi trovare impreparata nella programmazione davanti all’eventuale addio. E’ così che funziona: nei periodi crisi di governo ogni colloquio è lecito, da una parte e dall’altra; e se esistono squadre che contattano Spalletti, è normale che la Roma abbia contattato altri allenatori.
TOP SECRET – Dal centro di potere londinese, Franco Baldini si sta muovendo per consegnare alla Roma l’allenatore che potrebbe spingerla al salto di qualità. L’identikit è nitido: profilo internazionale, carisma inattaccabile, curriculum accattivante. Resta da capire se l’interlocutore in questione, chiunque egli sia, accetterà di sposare un piano di risalita che non prescinda dai sacrifici tecnici dovuti all’equilibrio finanziario.
PIANO E – Baldini, supportato naturalmente da Monchi, prenderebbe anche Unai Emery, che aveva provato a portare a Trigoria da direttore generale nel 2012 dopo le tormentate dimissioni di Luis Enrique. E a proposito, a scanso di equivoci: mister X non è Luis Enrique, che ha già annunciato di voler vivere un altro anno sabbatico alla fine dell’esperienza da allenatore del Barcellona. Ma tornando a Emery, che la Roma non ha ancora cominciato a corteggiare con convinzione, il problema è l’impossibilità di padroneggiare il destino. E lo stipendio, oggi attestato sui 3,9 milioni netti, non costituirebbe il primo dei problemi. Emery spera, legittimamente, di essere confermato dal Psg, dove ha firmato un contratto fino al 2018 con opzione per un’estensione di un anno. Se a Parigi non lo liberano, per la Roma non c’è niente da fare.
SCOSSE – Monchi si è anche confrontato con il suo attuale allenatore, Jorge Sampaoli, che potrebbe lasciare il Siviglia a fine stagione. Ma la sua ambizione è sostituire Bauza come ct della Nazionale argentina, che sta seriamente rischiando di non qualificarsi per i Mondiali. Difficile anche arrivare a Mauricio Pochettino, che non ha ancora chiarito il futuro con il Tottenham (altra potenziale pretendente all’ingaggio di Spalletti). E così tornano in ballo i nomi italiani, in particolare Roberto Mancini che domenica era al Dall’Ara per Bologna-Roma. C’è chi giura abbia anche già incontrato il dg Baldissoni per una chiacchierata preliminare. Di sicuro è una soluzione da non scartare: Mancini è un allenatore di grande spessore e altrettanta esperienza. Per di più è libero e non chiederebbe la luna per accettare l’incarico.
GLI EX – Dalla lista dei papabili, aspettando la fumata bianca del conclave di Trigoria-Boston-Londra-Siviglia, non va depennato poi Vincenzo Montella, su cui il nuovo Milan non ha sciolto le riserve. Avrebbe il vantaggio di un grande appeal tra i tifosi, oltre a una serie di campionati di ottimo livello vissuti tra Catania e Firenze, con la coda al Milan che ha prodotto comunque un titolo (la Supercoppa italiana) e momentaneamente un piazzamento provvisorio in Europa. Più sfumato l’altro ex, Eusebio Di Francesco, che nel casting romanista parte in ritardo a causa di una stagione in chiaroscuro al Sassuolo.
VOCI – Ieri, infine, si è sparsa la voce di un contatto con Paulo Sousa, in uscita dalla Fiorentina, ma da Trigoria hanno smentito con decisione. Di Francesco, nel gioco degli incastri, potrebbe andare proprio a Firenze, se Corvino non riuscisse a contrattualizzare Stefano Pioli, ormai quasi fuori dal futuro dell’Inter.