L’anno della Roma finisce al Tardini, stadio in cui spesso ha trovato l’ispirazione: 12 successi in 24 visite, tanto che per il Parma non c’è rivale peggiore da ospitare tra le 19 della nostra serie A. Di Francesco deve, però, approfittare della tradizione. Sia perché di punti per strada, in queste 18 giornate del torneo, ne ha già lasciati in abbondanza tanto da ritrovarsi solo al 7° posto e lontano 4 punti dalla Lazio e quindi dalla zona Champions, obiettivo che resta vitale per il club giallorosso. E sia per la situazione personale, adesso sicuramente migliore, dopo il successo convincente contro il Sassuolo all’Olimpico, ma non ancora del tutto sistemata: negli States, più che qui in Italia, l’allenatore rimane ancora sotto esame e durante la sosta del campionato la questione sarà sempre d’attualità per la proprietà Usa almeno quanto il mercato.
LUNGO DIGIUNO – Il 2018 di Di Francesco è stato straordinario nei primi 5 mesi, con l’exploit della semifinale di Champions e il 3° posto dietro alla Juve e il Napoli. Deludenti gli ultimi 4 mesi: raccolto minimo di 27 punti, a cui aggiungere però la presenza per il 2° anno consecutivo tra le migliori 16 d’Europa. La Roma paga la mancanza di continuità. Non vince, del resto, 2 partite di fila da un mese e mezzo, contro il Cska a Mosca (7 novembre) e la Sampdoria all’Olimpico (11 novembre). In campionato addirittura da 3 mesi, con i successi interni contro il Frosinone (26 settembre) e la Lazio (29 settembre). La striscia (mista) fu di 4, sommando pure quelli in casa contro il Viktoria Plzen (2 ottobre) e fuori contro l’Empoli (6 ottobre). Proprio in quel viaggio in Toscana, l’ultima vittoria in trasferta. Così distante che c’è il rischio di scordarsene. Non si può certo, invece, dimenticare il rendimento esterno scadente dei giallorossi che in 9 gare lontano dalla Capitale hanno conquistato appena 9 punti. Media di 1 a partita. Solo con Zeman in panchina, nella stagione 1998-99 e quindi 20 anni fa, il raccolto fu peggiore: 0,71. Andamento, comunque, lento, guardando allo scorso torneo, quando il raccolto fu migliore fuori che all’Olimpico: 42 punti su 77 per i 12 successi e i 6 pareggi. L’unico ko allo Stadium contro i campioni d’Italia.
CENTRAVANTI RITROVATO – Di Francesco, anche per il leggero risentimento muscolare all’adduttore con cui Schick ha chiuso la gara di mercoledì, si prepara a schierare di nuovo Dzeko dall’inizio. Il centravanti, utilizzato solo nel finale sia a Torino contro la Juve sia all’Olimpico contro il Sassuolo, si riprende il posto dopo averlo lasciato al compagno per 9 match consecutivi. L’ultima partita da titolare coincide anche con l’ultima vittoria esterna: in Russia, allo stadio Luzhniki. I suoi gol possono rilanciare la Roma in classifica. Fin qui sono mancati: solo 2 in A e 5 in Champions. Ma non è l’unica novità in attacco. Anche perché è sconsigliabile riproporre Perotti, riapparso solo nel boxing day. Possibile, sulla fascia sinistra, il ritorno di El Shaarawy, assente dal 27 novembre: si fece male contro il Real all’Olimpico. Inedita la sfida tra D’Aversa, nato a Stoccarda e cresciuto a Pescara, e l’amico abruzzese Di Francesco. Il Parma non prende gol da 2 partite e, al contrario del Sassuolo, preferisce giocare sotto palla per poi ripartire veloce. Rientra l’ex Gervinho (salutò il club giallorosso, per andare in Cina, nel gennaio 2016: 26 gol in 88 match), diventando l’avversario più pericoloso: già 5 reti in questo torneo. Ecco perché Jesus è in ballottaggio con Fazio.