Il treno della Roma corre senza ritardi e senza voltarsi indietro, mentre gli illustri ospiti nei vagoni di prima classe preparano una vigilia nella vigilia. Si vede Bologna da questo binario dell’alta velocità, il più immediato e il più urgente, ma dalla pista di decollo già hanno annunciato il volo per Barcellona, che non lascerà il tempo per brindare alla Resurrezione. Impossibile non pensarci, inevitabile parlarne anche durante il viaggio emiliano, che per Eusebio Di Francesco ha sempre un valore emotivo perché lo porta a confrontarsi da avversario con il figlio Federico. E’ il bello di essere ancora in corsa su due meravigliosi fronti: non si può scegliere da che parte stare.
OTTIMISMO – Lanciata dai risultati ottenuti prima della sosta, ritemprata dalla pausa stessa, la squadra è arrivata a Bologna nel pomeriggio a bordo di una Frecciarossa di linea, tra i tanti viaggiatori del traffico pasquale. In molti neppure sapevano che oltre alle uova e alle colombe, presenti in quantità industriali a bordo, dai primi due vagoni del treno sarebbe sbucato Francesco Totti. «Un capitano, c’è solo un capitano» urlavano cinquanta tifosi che hanno atteso la squadra all’uscita, sul lato B della stazione, dove attendeva il pullman per condurre la comitiva nell’hotel scelto appena fuori città, a ridosso dell’autostrada per il mare di cui raccontava Luca Carboni. I giocatori, specialmente Nainggolan, si sono fermati per qualche minuto a scattare le immancabili foto, convinti che l’entusiasmo vada rispettato e persino cavalcato, perché venga condiviso in campo adesso che entrano in gioco tutti gli obiettivi della stagione. Qualche coccola è stata donata pure a Schick, che di energia positiva ha tanto bisogno nelle ore in cui forse sarà chiamato a prendersi le responsabilità dell’attacco della Roma.
SHOWDOWN – E’ tutto qui, in pochi giorni. Della Pasqua la Roma avvertirà appena l’odore, essendo proiettata quasi interamente sulle eccitanti sfide che la aspettano. Va battuto il Bologna a difesa del terzo posto, giocando tra l’altro prima di tutti, alle 12.30: non sarebbe inusuale per Di Francesco vincere prima di un impegno di Champions League. Poi con la mente sgombra si può provare a dar fastidio agli artisti del calcio, da Messi in giù, forse fin troppo sicuri di aver già in pugno le semifinali, come fosse un diritto che spetta a chi è abituato a vivere nello sfarzo. Monchi, che ovviamente ha viaggiato con la squadra, invita invece all’ottimismo: «Il Barça ha altissime possibilità di passare e per noi sarà difficile. Ma non parlerei di sfida impossibile – ha detto a Marca – Non è affatto già decisa. Dobbiamo giocarcela sapendo che abbiamo meno chance, perché è quello che dicono storia, qualità e il fatto che loro abbiano un giocatore come Messi (se recupera dall’infortunio, ndi). Cercheremo di cogliere l’occasione. La speranza a volte sposta le montagne e a Roma abbiamo speranza». Che non è poco: «E poi non credo che i giocatori del Barcellona la pensino come i media. Ci rispetteranno perché ci conoscono».