Promosso, senza corsi di recupero e con la lode europea che nessuno aveva ancora ottenuto durante la gestione americana. Il primo trimestre di Di Francesco, quello che sembrava più difficile e che per i più pessimisti poteva essere anche l’ultimo, è scivolato via a pieni voti: in campionato dove la Roma potrebbe raggiungere la Juve e portarsi a -2 dalla vetta con la vittoria nel recupero con la Samp e soprattutto in Champions dove Eusebio ha finito per comandare il girone più difficile mettendo in riga Chelsea ed Atletico. Un’impresa che ha spinto Pallotta a complimentarsi al telefono col tecnico e che – come ha detto De Rossi – «ripulisce l’immagine europea della Roma dopo qualche figuraccia». Oltre a portare più di 20 milioni nelle casse del club. «Il 24 agosto abbiamo scelto di avere rispetto ma non timore. Il 5 dicembre abbiamo festeggiato in campo, con i nostri tifosi, il primo posto. Grazie per il sostegno, è solo un passo, non accontentiamoci! Forza Roma!», ha twittato ieri Di Francesco.
In pagella numeri impressionanti per un allenatore debuttante in una squadra d’alta classifica. Nelle 20 partite giocate finora la Roma ne ha vinte 14 e ha mantenuto la porta inviolata ben 10 volte (in Champions è l’unica a non aver subito gol in casa). Numeri da record. Nell’unica annata in cui la Roma aveva vinto il girone della massima competizione europea (era il 2008-2009) i punti in classifica dopo 15 partite erano appena 20. Sulla panchina c’era Spalletti, superato quindi da Eusebio. Da qui a metà febbraio il calendario sarà meno impegnativo e la Roma proverà a prendersi un’altra vetta, quella occupata momentaneamente in campionato proprio dall’Inter di Spalletti. Da qui allo scontro a Milano coi nerazzurri del 21 gennaio c’è un calendario che presenta una sola grande difficoltà: lo scontro del 23 dicembre contro la Juve che si trova a metà tra le sfide a Chievo, Cagliari, Atalanta e Sassuolo. Dopo Inter-Roma ecco la doppia sfida con la Samp tra 24 e 28 gennaio, poi la discesa contro Verona e Benevento prima dell’ottavo di andata di Champions.
La Roma inoltre sta recuperando pezzi importanti (Strootman è in evoluzione, Emerson ridarà fiato a Kolarov) e ha un’arma tenuta finora nascosta. Quel Patrik Schick che già domenica a Verona potrebbe partire titolare. Al posto di Perotti? Difficile. Il Re Mida argentino con due gol (al Genoa lo scorso 28 maggio, e al Qarabag l’altro ieri sera) ha praticamente consegnato un assegno da 50 milioni alla Roma che l’ha premiato con il rinnovo fino al 2021 ed adeguamento da 1,8 a 2,1 milioni a stagione. Ieri a Trigoria il sì decisivo che potrebbe portare Perotti a chiudere la sua carriera nella capitale.