Giovedì 7 marzo 2019 è una data che resterà scolpita nella storia recente della Associazione Sportiva Roma perché non solo è il giorno delle riflessioni amare sottoposte e condivise con l’Uefa sull’eliminazione della squadra dalla Champions League con la fattiva collaborazione di arbitri (sparsi tra campo e tv) non all’altezza della situazione (ne parliamo a parte), ma è stato soprattutto il giorno dell’esonero di Eusebio Di Francesco, dell’annuncio del ritorno di Claudio Ranieri sulla panchina giallorossa ma anche il giorno in cui si è consumato un divorzio – che sarà formalizzato oggi – con il ds spagnolo Monchi, ormai non più in linea con le strategie societarie.
Una vera e propria tempesta che si è scatenata tra l’Atlantico e il Mediterraneo, condita da liti, colpi di scena, confronti, affronti, discussioni, condivisioni e comunicati che hanno alzato un nebbione che solo in tarda serata s’è diradato, lasciando morti (virtuali), feriti e sopravvissuti. E pure un generale tutto nuovo, fresco di nomina, eppure già molto conosciuto da queste parti: Claudio terzo, re di Roma per i prossimi tre mesi, dopo una prima esperienza da imberbe talento calcistico e una seconda da maturo allenatore capace di portare questa città a un passo dal sogno, un po’ come ha fatto Di Francesco.
Ieri la Roma ha trattato per buona parte del pomeriggio i dettagli del contratto con l’avvocato di Ranieri, Mattia Grassani. Il nuovo mister arriverà invece oggi perché ieri sera non è stato possibile trovare voli utili da Londra: sarà a Trigoria in tarda mattinata, pronto per le firme, gli annunci e poi per andare in campo a dirigere la prima seduta di allenamento, fissata alle 15,15 proprio per consentirgli di essere presente, di modo che possa fare una prima conta dei giocatori disponibili e di preparare la partita con l’Empoli, prima di dodici sfide fondamentali per raggiungere il quarto posto valido per la Champions. (…)
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