Sembrava di giocare in casa, raccontavano i giocatori della Roma di ritorno da Londra. Si riferivano alla spinta del pubblico che soffiava dietro alle loro spalle, anzi davanti agli occhi visto che la porta di Courtois nel secondo tempo era dalla parte del settore ospiti, ma soprattutto alla mentalità di squadra che affronta a petto in fuori il Chelsea a Stamford Bridge. Il 3-3 di mercoledì scorso conferma una tendenza già emersa: la Roma si diverte più in trasferta che in casa. Magari soffrendo come a Baku o come a Bergamo, ma comunque senza mai crollare. In effetti il pareggio di Champions deve stupire fino a un certo punto sotto l’aspetto statistico: la Roma di Eusebio Di Francesco è imbattuta in trasferta tra campionato e Champions League (4 vittorie e 1 pareggio) e in generale, in Serie A, potrebbe domani eguagliare un record storico. Se vincesse a Torino centrerebbe l’undicesima vittoria consecutiva fuori casa. Soltanto l’Inter di Roberto Mancini, nella versione 2006/07, ha fatto altrettanto nel nostro campionato.
FILOTTO – La serie infallibile romanista è cominciata a febbraio, grazie al comodo blitz di Crotone: 2-0 con gol di Nainggolan e Dzeko. Da allora, con Spalletti in panchina, la Roma ha vinto contro Inter, Palermo, Bologna, Pescara, Milan e Chievo. E nella nuova stagione, in cui è stata rinviata la partita di Genova contro la Sampdoria, ha continuato i suoi viaggi perfetti contro Atalanta, Benevento e ancora Milan. Dopo aver già polverizzato il proprio record societario, la Roma punta un traguardo più ambizioso che però deve fare i conti ex ante con un periodo sfavorevole nei precedenti torinesi: nell’Olimpico granata la Roma non vince da 4 anni e mezzo.
SCIVOLONE – Ed è un peccato, in molti sensi, che la Roma sempre a febbraio sia scivolata in campo internazionale, contro il Lione di Gonalons: avrebbe altrimenti migliorato il rendimento esterno del 2017, considerando anche la vittoria di Euroleague a Villarreal e trascurando il derby di Coppa Italia perso con la Lazio, che per calendario era in trasferta ma in realtà è stato giocato nel giardino di casa.
CONFRONTO – L’Inter invece non sbagliò un colpo lontano da San Siro dopo una serie aperta da un derby vinto in trasferta nell’ottobre 2006 e chiusa il successivo 18 marzo con un 2-1 ad Ascoli. All’epoca Mancini si fermò sul campo della Reggina (0-0) alla dodicesima di ritorno ma senza compromettere, nel primo campionato dopo calciopoli, la conquista dello scudetto proprio davanti alla Roma (sempre di Spalletti tra l’altro).
IMBATTUTA – Tornando all’attualità, e quindi all’era Di Francesco, è curioso osservare che la Roma non abbia concesso neanche un gol fuori casa a fronte di cinque reti subite tutte all’Olimpico. In due casi, contro Inter e Napoli, è venuta anche la sconfitta. E’ come se la squadra avvertisse la tensione dell’impatto con il proprio campo, con la necessità di imporre il proprio gioco. Ma c’è tempo per rimediare anche a questo.