L’ufficio «complicazioni affari semplici», alla Roma, è (quasi) sempre aperto. Succede così che una partita chiusa dopo 15 minuti — gol di Manolas e di Dzeko — finisca con il rischio di un infarto al colpo di testa di Ndlovu che, al 90’, sfiora il palo a Alisson battuto. Sarebbe stato il 2-2, visto che il Qarabag aveva segnato al 28’ (Pedro Henrique) il suo primo storico gol in Champions, approfittando di un errore sesquipedale di Gonalons in disimpegno. Il bicchiere è mezzo pieno: 1) la Roma è a 4 punti in classifica e ha blindato il terzo posto e l’Europa League: tutto quello che verrà in più sarà una grande impresa; 2) è tornata a vincere in Champions dopo quasi 700 giorni (Roma-Bayer Leverkusen 3-2, 4 novembre 2015) e non le succedeva in trasferta da quasi sette anni (Basilea-Roma 2-3, 3 novembre 2010); 3) Dzeko continua a essere un’arma letale, con 7 gol in 7 partite; 4) le vittorie consecutive sono 4, contro Verona, Benevento, Udinese e Qarabag. Il bicchiere è mezzo vuoto: 1) contro un avversario nettamente inferiore bisognava pensare anche alla differenza reti; 2) il turnover è stato meno convincente, soprattutto in Gonalons, irriconoscibile; 3) Defrel (flessori coscia sinistra) è il nono infortunio muscolare, salterà il Milan, come Perotti, portato a Baku senza motivo; 4) è mancata la personalità per gestire una gara facile.
Eusebio Di Francesco, a ragione, visto che è l’allenatore della Roma, ha cercato un approccio positivo: «Quando si vince non ci può essere rammarico. La mentalità va costruita all’interno: l’ anno scorso la Roma è uscita ai playoff, quest’anno stiamo giocando i gironi e abbiamo 4 punti». Parole sagge. Soprattutto se saranno seguite da un’analisi più approfondita all’interno di Trigoria. Il Qarabag ha preparatola gara in modo semplice: in nove dietro la linea del pallone e Ndlovu unica punta. Gli azeri hanno difeso anche lo 0-1 e lo 0-2, aspettando un errore in disimpegno della Roma per cercare la ripartenza. È successo su una leggerezza di Gonalons. Da lì in poi, la Roma ha pensato soprattutto a evitare la beffa. Domenica c’è Milan-Roma e sapremo di più su tutte e due le squadre. Montella rischia, ma anche Di Francesco deve dare alcune risposte. Almeno per il vertice.