Poteva andare, ma è rimasto. Poteva fare la differenza, e l’ha fatta, andando oltre ogni limite. Dategli sempre il Barcellona, verrebbe da dire, perché Edin Dzeko combinerà comunque qualcosa di buono: i blaugrana sono diventati la sua vittima preferita in Champions League, tre gol in tre partite consecutive contro gli spagnoli. E lui ieri sera è diventato definivitamente il loro incubo: li ha spaventati con il primo gol, li ha terrorizzati procurandosi il rigore, ha messo sempre in apprensione il tandem Piqué-Umtiti, facendo scoprire loro insospettabili fragilità, anche psicologiche. Edin ha fatto la scelta giusta, la Roma pure: «Non è stato facile, ma sono rimasto qui per questo genere di partite. Io sono felice e penso che lo sia anche la società. A quanti soldi ho rinunciato nel mancato passaggio al Chelsea? Non mi interessano i soldi. E il bello potrebbe ancora venire…Giocando come abbiamo fatto con il Barça – prosegue il centravanti – possiamo dire la nostra contro qualsiasi avversario. Non ho mai visto il Barcellona così in difficoltà. Questa Roma ha una grande mentalità, se non ce l’hai, certe partite non le vinci. Nessuno credeva in noi e invece siamo in semifinale. Ora l’obiettivo è la finale. Il campionato? Noi non siamo contenti perché abbiamo perso troppi punti, specialmente in casa. Sono rimaste sette partite e dobbiamo subito riprenderci a cominciare dal derby. Io e Schick? Mi sono trovato molto bene. E’ giovane e deve ancora crescere».
CUORE DI CAPITANO – «E’ una delle gioie più belle da quando sono qui», racconta Daniele De Rossi. Che nervi saldi su quel rigore, che grinta il capitano. Si è fatto trascinare dall’ambiente dell’Olimpico, «mi sono commosso nel vedere la gente che ci credeva. Ai compagni ho detto:se ci credono loro, non possiamo essere noi a farcela sotto…», e il resto è venuto di conseguenza: «Un trionfo. Per la dimensione della Roma, per la nostra storia, è qualcosa di incredibile. Ma ora non dobbiamo pensare di aver fatto un miracolo, dobbiamo continuare a giocarci questa competizione per cercare di arrivare fino in fondo. La partita dell’andata, nonostante il 4-1, ci aveva fatto capire che tra noi e loro non c’era un grande distacco e un pizzico di fudica ce l’avevamo. Poi…». Poi un disegno tattico che ha sorpreso Valverde e il suo Barcellona. «Quel qualcosa in più – racconta De Rossi – ce l’ha messa il mister che ha stravolto la formazione, inculcandocela in soli tre giorni e indovinandola. Sono contento per me stesso, a 34 anni ho raggiunto un grande traguardo, ma anche per tutti i giovani che indossano questa maglia da poco».
RADJA – «Adesso anche le altre squadre ci valuteranno». Dice Nainggolan che la Roma non deve porsi limiti, pur volando basso: «Noi fino a Kiev? Ci sono tanti risultati strani, come il Liverpool in semifinale. Dobbiamo continuare con il lavoro che stiamo facendo e poi sognare non fa mai male. Sono tutte partite difficili ma ora che abbiamo battuto il Barcellona…». Sì, ora tutte dovranno stare attente a questa Roma. «Il 3-0 è incredibile – prosegue Radja – ma guardando le due partite la qualificazione è meritata. Abbiamo fatto tre gol importanti a una squadra forte che ha vinto tanto negli ultimi anni. Lo stadio, il cilma: tutto era fantastico. Ci abbiamo creduto. Sono contento per il gruppo: ci hanno dato degli scarsi e dei perdenti… Il modulo? Una decisione del mister, voleva cambiare qualcosa. E’ stata una partita perfetta». Lo pensa anche Juan Jesus, che ha seguito da vicino Messi: «Partita di cuore, tatticamente perfetta. E ora staranno tutti zitti…».