Cuore, grinta, tanto lavoro quotidiano: così Toni Rudiger è tornato a giocare a quattro mesi dall’operazione subita al ginocchio crociato del ginocchio destro. Al suo ingresso al 79’ gli applausi del pubblico presente al Mapei Stadium hanno fatto da colonna sonora a un rientro atteso da tutti.
“Prima di tutto, ero felicissimo al momento della convocazione”, ha dichiarato il centrale giallorosso. “Sono stati dei mesi molto lunghi e non facili per me, ma adesso sono tornato. Speravo di giocare, ma se il mister avesse deciso differentemente non sarebbe stato un problema, perché sono già felice di essere rientrato in gruppo e che il mister mi abbia dato la possibilità di giocare 10 minuti ieri”.
Alla bella notizia del rientro del difensore tedesco, si è purtroppo aggiunta quella dell’infortunio al crociato del ginocchio sinistro di Alessandro Florenzi. “Quello che gli posso dire è di restare positivo e anche chi lo circonda dovrà trasmettergli positività, questo è molto importante. Siamo tutti con lui e se ha bisogno di noi, noi ci saremo sempre. È un giocatore importante per noi e spero di rivederlo presto sul campo”.
Cosa hai pensato quando Spalletti ti ha chiesto di entrare? “Ero felice e per un attimo ho pensato a questi lunghi 4 mesi e a quello che è successo, ma allo stesso tempo ero anche un po’ nervoso. Però mi sono subito concentrato sulla partita perché era importante per noi: ieri abbiamo fatto molto bene”.
Hai dato la sensazione di star bene mentalmente, di non avere alcuna paura… “Sì, sono consapevole che il mio ginocchio è stabile al momento, ma non sai mai cosa può succedere. Lo abbiamo visto ieri con Florenzi e gli posso solo augurare di tornare in campo il prima possibile”.
Qual è stato il tuo primo pensiero dopo l’infortunio? “Non è semplice. Ognuno reagisce in maniera diversa. Quando è capitato a me ho cominciato a ridere. Perché, certamente è stato uno shock anche per me, ma onestamente ho ragionato subito sul fatto che avrei dovuto lavorare duramente e che avrei avuto dei lunghi mesi davanti a me, purtroppo è così. E ripeto, devi avere il buon supporto della gente che ti circonda e qui lo abbiamo: i nostri fisioterapisti sono bravi, i preparatori anche. E Alessandro potrà sfruttare questa rete di supporto. Sicuramente importante sarà anche la sua famiglia. Spero che manterrà la solidità mentale e che penserà solo a lavorare”.
Ci sono stati momenti difficili nel recupero? “Sì è ovvio. Perché i primi mesi sono quelli più difficili. Nelle prime 48 ore dopo l’operazione c’è molto dolore. Poi cominci a pensare come sia potuto succedere, se avresti dovuto fare le cose in maniera differente. Ma sono cose che succedono. Quando è il tuo momento è il tuo momento. Devi guardarla da uomo. Devi guardare avanti e restare positivo. Non c’è mai nulla di piacevole in un infortunio, ma devi sempre cercare di trarne l’aspetto migliore e mantenere uno spirito positivo. E Alessandro deve sapere che noi tutti siamo qui ad aspettarlo e che siamo tutti con lui. Non c’è spazio per la paura. Tornerà ancora più forte di quello che era prima”.
Quanto ti ha pesato non partecipare agli Europei con la tua nazionale? Hai sentito Löw in questo periodo? “Sicuramente. La mia situazione era un po’ diversa, poteva essere il mio primo maggior torneo con la nazionale. Ma sinceramente accetto tutto ciò che Dio mi dona e c’è sempre una ragione per tutto nella vita. Non nascondo di essere stato molto dispiaciuto di aver perso tutta la fase di preparazione estiva con la squadra, ma devi accettarlo e io sono rimasto positivo subito dai primi momenti dopo l’infortunio pur sapendo che andavo incontro a mesi difficili. Sapevo che c’era molto da lavorare e credo che faccia parte di un processo di apprendimento e in questi quattro mesi ho imparato molto. Spero che adesso tutto vada per il meglio”.
Spalletti cosa ti ha detto? “Sì a dire il vero all’inizio mi chiamava o parlava spesso, ma poi credo che abbia realizzato che ero forte dal punto di vista mentale, che non mi sentivo frustrato o altro. Gli ho detto che tutto era ok e che sarei tornato presto e che non si sarebbe dovuto preoccupare”.
C’è qualcuno che ti è stato più vicino? “La mia famiglia, senza dubbio. È la cosa più importante che hai nella vita. Poi i miei compagni di squadra. E specialmente Kostas Manolas. Devo ammettere che ero sorpreso del fatto che lui sia stato il primo a chiamarmi. E poi altri compagni come Kevin Strootman, Edin Dzeko e tanti altri. Tutti mi sono stati vicini, ma principalmente la mia famiglia”.
Nel periodo della riabilitazione hai trascorso molto tempo con Mario Rui e Nura. Hai legato particolarmente con loro? “Sì, certo. In particolare con Mario, visto che era nuovo qui e arrivato con grandi obiettivi. Ma gli infortuni possono capitare e fanno parte della vita. L’anno scorso nella partita con l’Empoli ho avuto qualche problema con lui. Ma poi impari da queste cose e abbiamo avuto modo di conoscerci bene e adesso posso dire che è diventato uno dei miei migliori amici in questa squadra. È un bravissimo ragazzo e spero che anche lui torni presto insieme al gruppo”.
Il 22 ottobre hai giocato con la Primavera. È stata la prima partita dopo l’infortunio. Che sensazioni hai provato? Come ti sei trovato a lavorare con la Primavera? “Per prima cosa voglio ringraziare il mister De Rossi e tutta la squadra della Primavera per essermi allenato con loro. È stato importante per me fare questo primo passo nel recuperare sicurezza e aver giocato la mia prima partita segnando un gol e servendo un assist. Mi ha aiutato molto e voglio ringraziarli con tutto il mio cuore e gli auguro di vincere lo scudetto nuovamente”.
I tifosi non ti hanno mai fatto mancare il loro supporto. Vuoi dire loro qualcosa? “Ho ricevuto tantissimi messaggi dai tifosi. Gli sono estremamente grato perché mi hanno dato forza. E mi hanno dimostrato di essere importante per loro. È stato importante inoltre tenerli aggiornati sul mio recupero e voglio ringraziarli nuovamente”.
In percentuale, a che punto sei della tua condizione? “Ho bisogno di ancora un po’ di tempo. Quattro mesi sembrano passare velocemente per chi non ti vede tutti i giorni. Ma per me sono stati momenti duri e ci vorrà ancora del tempo. Comunque spero di tornare in tempi brevi allo stato di forma ottimale che avevo alla fine della stagione passata”.
Come hai visto i tuoi compagni in questo periodo? “Se guardiamo alla classifica stiamo facendo sicuramente bene, anche se in alcune partite non abbiamo giocato benissimo. Ma tutto sommato se guardiamo alla classifica siamo secondi vicini alla Juventus e dobbiamo solo continuare così e cercare di fare anche meglio. Al momento abbiamo diversi giocatori infortunati, come Vermaelen e lo stesso Florenzi, Mario Rui, Bruno Peres e Perotti. Tutti giocatori molto importanti per questa squadra e che spero a breve tornino a dare un contributo per mantenere la competizione alta e spingerci a ottenere ancora di più.
Ci dicono che balli molto bene, soprattutto la dabs. Come hai visto Paredes ed El Shaarawy che hanno esultato ballando dopo i gol con il Palermo? “Per prima cosa chi ha detto che ballo bene?! Posso dire a Leo Paredes ed El Shaarawy che se hanno bisogno di aiuto posso dargli qualche lezione perché in effetti in questa squadra sono quello che balla meglio. Non è questione di arroganza, è semplicemente la verità che sono il più bravo. La loro dab è ok, ma posso insegnargli molto”.