Giochi nella Roma da due anni, ma la tua carriera è iniziata nel 2011 nello Stoccarda…
“Sì, decisamente. Con lo Stoccarda ho giocato la prima partita in Bundesliga contro il Borussia M’Gladbach ed ero la persona più felice della Terra. Abbiamo perso 3-0 ma da una parte ero felice perché avevo giocato contro una grande squadra con il M’Gladbach e avevo affrontato Marco Reus. Sono uscito all’80’ne dopo il cambio lui segnò 2 gol”.
Come ti sentivi quando hai lasciato la Germania a soli 22 anni, lontano dalla famiglia e dagli amici? “Non è stato ovviamente facile per me, sono nato e cresciuto a Berlino e ti senti legato alla Germania. Ora sono in Italia da due anni, all’inizio è stato difficile perché devi conoscere un nuovo tipo di calcio e la prima metà del primo anno non è stato come immaginavo, ma dopo è andata meglio rapidamente”..
Quindi il motivo è che non ti trovavi bene in Italia o era per il nuovo aspetto atletico in confronto alla Bundesliga? “No era un tipo di calcio completamente diverso perché la partita nella Bundesliga non è molto focalizzata sugli aspetti tattici. La Serie A è differente, si concentra molto di più sulle istruzioni tattiche, in Germania la partita è più veloce e si segnano più gol anche a vantaggio dello spettacolo”.
Cosa significa questo per le squadre e i giocatori? In Serie A ci sono più giocatori che commettono falli in difesa o è più o meno simile alla Germania? “Devo dire che il calcio tedesco è molto bello, mentre in Italia molti giocatori usano la spalla e il fisico o un calcetto non intenzionale”.
Lo fanno gli attaccanti o lo fai anche tu per prendere spazio mentre l’arbitro non guarda? “Lo fanno tutti (ride, ndr)”.
Hai attratto anche il ct della Germania Loew con le tue prestazioni di quest’anno. Nel 2014 hai giocato la tua prima partita con la nazionale ad Amburgo, ti ricordi la data? “Il 13 maggio”.
Non era più Fifa o Pes, cosa hai pensato quando sei entrato in campo e hai pensato: “Sono proprio io, Antonio, sto giocando per la Germania!” “In quel momento ero molto felice, però c’è da dire anche che era un’amichevole e che sono stati testati anche altri giovani come me. Però certo, stavo giocando per la prima squadra della Germania, era incredibile”.
E’ stato uno dei migliori momenti della tua carriera? “Beh ce ne sono tanti, ma sicuramente è stato uno dei momenti più belli, anche se ne vorrei festeggiare anche altri”.
Quindi puoi dire che la tua crescita da questi giorni sta andando avanti in ogni allenamento e in ogni partita. Cosa fai però dopo l’allenamento, come ti rilassi? Ora siamo seduti qui sulla panchina, ma dov’è l’area dove ti rilassi? “Vieni con me al bar che te la mostro!”.
Rüdiger porta il giornalista al bar di Trigoria e si improvvisa cameriere portando due caffè…
Quindi è qui che ti rilassi dopo l’allenamento? “Sì, esattamente. Qui è dove ci incontriamo sia prima che dopo l’allenamento. Qui mangiamo anche a volte”.
E’ qui che magari parli anche di altro con i tuoi compagni, della tua vita privata… “Certamente, qui chiacchieriamo tutti insieme. Se non siamo sul campo o in palestra siamo soprattutto qui”.
Ma tu non prendi il caffè anche prima dell’allenamento, o lo fai? “Lo faccio ogni tanto per svegliarmi”.
Ho fatto qualche ricerca, posso dirti che sei vicino a giocare il minuto 10000 come professionista contando i match di Bundesliga e Serie A. Lo sapevi? “Penso che sei molto bravo (ride, ndr). Non ne avevo idea”.
Non lo sapevi ma è vero, perché in Germania ne hai giocati circa 5000 e in Italia circa 4000. Dicevamo, conosci bene entrambi i campionati e hai giocato contro grandi giocatori. Qual è l’attaccante, o il giocatore offensivo in generale, più forte che tu abbia mai affrontato? “Lewandowski. Per me è l’attaccante più completo al mondo, è forte fisicamente, bravo tecnicamente e fa gol”.
Quindi due caffè non ti aiuteranno a fermarlo? “No”.
Se invece guardiamo ai tuoi compagni allo Stoccarda, alla Roma o in nazionale? “Sui compagni avrei tanto da dire, è difficile da scegliere ma dico Mesut Oezil. Secondo me è un calciatore che sa toccare e passare il pallone come non ho mai visto fare prima. Ha una tecnica e una calma interiore nel fare le cose incredibili. Un giocatore fortissimo”.
Per quanto riguarda i difensori, hai un idolo? Anche se è difficile dirlo… “Non lo è affatto, perché ho ancora lo stesso idolo. Jerome Boateng è il mio modello”.
Ed è anche il difensore a cui tutti ti paragonano. “Sì, è cominciata con il fatto che venivo paragonato a lui”.
Ora mettiti nei pannii di un allenatore, mister Rüdiger! Con quale modulo giocheresti? “Fammi pensare… Giocherei con un 4-4-2”.
Bene, giocheresti tu nella linea difensiva… “No, non fai giocare te stesso”.
Cominciamo dal portiere, puoi prendere giocatori di ogni epoca. “Beh, se giochi da dietro hai bisogno di ‘palle’. E se hai bisogno di ‘palle’ hai bisogno di Oliver Kahn! Al 100%”.
Al centro della difesa? “Jerome Boateng e Nesta. A sinistra Roberto Carlos, a destra Cafu che ha giocato molti anni qui a Roma e ha anche vinto lo scudetto”.
Giocheresti con due registi o con uno solo? “Ce ne deve essere uno in mezzo e per me la scelta è chiara ed è Toni Kroos. Sa fare tutto, ha il passaggio, ha visione di gioco e non perde mai il pallone”.
Anticipi mai le sue idee quando vi allenate insieme in nazionale? “No, è davvero difficile, parliamo di un livello altissimo. L’altro centrocampista difensivo è un tuttocampista come N’Golo Kanté. E’ incredibile per la sua altezza, vince ogni singolo contrasto ed è fantastico. Hai bisogno di uno come lui in squadra”.
Ok deciso, Kroos è il centrocampista con l’inventiva, Kanté quello che vince contrasti e fa il lavoro sporco. E sugli esterni? “A sinistra sicuramente Alexis Sanchez, è un giocatore meraviglioso. Alexis, non Renato Sanches contro cui sfortunatamente non ho mai giocato ma spero di farlo magari alla Confederations Cup. A destra…”.
Magari dovresti prima pensare ai tuoi amici nel calcio che magari si staranno chiedendo: “Dove sono io?” “Non me ne importa niente (ride, ndr). Comunque a destra scelgo Leroy Sané. E’ giovane, ma per me è un calciatore davvero molto, molto, molto forte”.
Vi sentite anche? “Certo”.
Allora possiamo dire che mister Rüdiger supporta i giovani. Ora mancano i due calciatori in attacco… “Lewandowski. Come ho detto prima è l’avversario più forte con cui ho giocato. E poi ‘nonno’ Totti!”.
Totti, la parola chiave. Quando sei arrivato a Roma, io ho pensato immediatamente a Francesco. Com’è stata la situazione quando lo hai conosciuto? “E’ una delle ragioni per cui vieni alla Roma. Perché se pensi alla Roma, non senti cose come vittorie in Champions League o altre cose del genere. Ma sai solo che c’è Totti. Volevo assolutamente giocare con lui ed è una cosa che ho realizzato”.
Vi sentite anche fuori dal campo? “Io ho 24 anni e il ‘nonno’ 40! Ci sono delle differenze”.
Il resto della squadra anche la pensa così? “La verità è che lui è un ragazzo molto divertente, ha un grande umorismo”.
Allora, sarebbe bello giocare con la tua squadra tipo almeno sulla playstation. Tu in quale altro modo ti rilassi? Non penso tutto il giorno al bar con gli scarpini e il caffè… “No, ho anche una casa lo sai? Se vuoi puoi venire con me…”.