Dopo Allegri, Di Francesco insieme a Gasperini è l’allenatore che, limitandosi ai confronti in serie A, ha messo maggiormente in difficoltà Sarri. Se l’allenatore piemontese è riuscito a batterlo due volte consecutive (entrambe nella passata stagione: 2-0 e 1-0), perdendo altrettanti confronti e pareggiando in tre occasioni, Eusebio non è stato da meno. Lo scorso anno ha regalato in anticipo la Champions alla Roma fermando il Napoli sia al San Paolo (1-1, gol di Defrel) che in casa (2-2). Nelle due stagioni precedenti, l’allenatore toscano e Di Francesco avevano invece vinto una partita ciascuno, rispettando il fattore-campo (2-1 per gli emiliani poi sconfitti 3-1). Anche con Sarri alla guida dell’Empoli, altalena continua: 3-1 e 1-3 a testimoniare un grande equilibrio e partite sempre ricche di gol.
LE MOSSE – Di Francesco, dunque, sa come fare per fermare l’orchestra napoletana. Senza tornare troppo a ritroso, limitiamoci ad analizzare i confronti dello scorso anno. Sia nel pareggio al San Paolo che in quello a cinque giornate dal termine del torneo, le mosse del tecnico abruzzese sono state simili: linee corte e compatte, pressing impressionante per intensità sul portatore di palla avversario (Jorginho) e decisione di lasciare il pallino agli avversari per agire di rimessa. Così facendo anche una squadra tecnica come il Napoli è andata in difficoltà e non riuscendo a servire con continuità il regista brasiliano, ha cercato – più che in altre occasioni – di far partire l’azione dal centrale difensivo sinistro (Chiriches all’andata, Albiol al ritorno). Di Francesco, però, in quei frangenti ha ordinato alla squadra di salire. Trovando Jorginho marcato, i difensori azzurri hanno scaricato il pallone quasi sempre sul terzino sinistro, in entrambe le occasioni Strinic, subito pressato dall’esterno offensivo destro del Sassuolo mentre il centravanti copriva sul centrale di riferimento. Inevitabilmente l’azione rallentava, garantendo agli emiliani di non farsi trovare scoperti. Quando gli azzurri, a fatica, riuscivano a superare il pressing, la disposizione difensiva 4-1-4-1 faceva il resto. La squadra indietreggiava di 20-30 metri con Magnanelli pronto a difendere lo spazio tra le linee mentre le due mezzali, più strette rispetto al solito, insieme ai due esterni del tridente offensivo chiudevano gli spazi. Marcature non a uomo ma rigorosamente a zona. Questa la fase difensiva. In attacco, invece, due dei tre gol segnati al Napoli sono arrivati da conclusioni centrali, propiziati però da giocate laterali. Volée di Defrel su cross da destra di Gazzola al San Paolo; assist da posizione defilata di Ragusa a Mazzitelli, riprendendo una respinta di Reina, per il provvisorio 2-1 al ritorno. Completa la serie, l’errore di Hamsik che innesca con un passaggio a ritroso Berardi per l’1-1. Proprio il pareggio al Mapei stadium del 23 aprile scorso, rimane l’ultima gara in cui Sarri ha perso punti in serie A.