Lo storico procuratore Dario Canovi fa luce su alcuni retroscena della vicenda, che ha prima portato Schick a sfiorare la maglia giallorossa, poi a vestirla in questa stagione.
Chi lo vide per primo?: “Mio figlio Simone. Era andato a seguire gli Europei under16. Vide una partita della Repubblica Ceca. Mi chiamò dicendomi di aver visto un fenomeno”.
Come avete proseguito?: “Andai a Praga per parlare con Paska, il procuratore del ragazzo. Lo avevo conosciuto ai tempi del trasferimento di Skuhravy al Genoa. Trovammo un accordo”.
E poi cosa accadde?: “Paska venne a Roma. Lo accompagnai allo studio Tonucci per incontrare Sabatini. Ci disse che si sarebbe informato sul ragazzo. Ci mise poco. Lo studio Tonucci è a un passo da Piazza delPopolo, non facemmo in tempo ad arrivare da Canova che Sabatini mi telefonò: lo voglio, hai il mandato della Roma”.
La storia come proseguì?:“Partii per Praga. Parlaii con lo Sparta, proprietario del cartellino, per chiudere mi chiesero quattro milioni e mezzo. Riferii a Sabatini”.
Cosa le rispose?: “Quattro milioni più bonus. Sembrava un affare facile e solo da chiudere”.
Invece cosa accadde?: “Era la fine di giugno. Sabatini era alle prese con plusvalenze e bilancio. Passarono giorni decisivi”.
Anche perché poi arrivò la Samp. “Paska mi aveva avvertito che la Samp era andata a Praga e aveva offerto quattro milioni e mezzo. Sarebbe stato sufficiente pareggiare l’offerta e Schick sarebbe diventato un giocatore della Roma con un anno di anticipo e a una cifra assai diversa da quella che è stato pagato l’estate scorsa. Eppure il tempo per pareggiare l’offerta ci sarebbe pure stato”.
Perchè?: “Il Consiglio Direttivo dello Sparta Praga si riunì il 12 luglio e quel giorno decise di venderlo. Solo che io a Sabatini avevo mandato una mail ma poi non l’avevo più sentito. E allora il giocatore si vestì di Sampdoria”.
Invece quest’anno cosa successe?: “Monchi mi telefonò per dirmi che la Roma era interessata al giocatore. Lo dissi a Paska”.
Cosa rispose?: “Che se la Roma si fosse messa d’accordo con loro, l’avrebbero portato in giallorosso. Poi la storia sapete come è andata, con tanto di incontro a Montecarlo tra le parti”.
Si chiuse li l’affare?: “Non so se sia chiuso lì, ma certo ormai era in dirittura d’arrivo”.
Lei non ha proprio partecipato alla mediazione?: “Ero fuori dall’affare se pensiamo all’aspetto economico. Non mi voleva Satin, l’altro procuratore. Mi sono guardato bene di lavorare con una persona di questo tipo. I miei rapporti sono sempre stati con Paska”.
E’ sempre convinto che questo sia un fenomeno? “Ancora di più. La Roma ha preso un campione. Il tempo ve lo dimostrerà”.
Alla juve hanno pensato in maniera diversa… “Storia strana quella con la Juventus. Non crederò mai a quelle visite mediche non superate dal ragazzo. Un medico serio, nel caso, poi non lo manda a giocare con l’Under 21. Tra l’altro c’è da dire che Schick aveva detto sì alla Juve solo per il fattore presenza di Pavel Nedved. E in questo senso c’è da capirlo”.
Come lo spiega allora il dietrofront della Juve?
“È stata una cosa un po’moggiana e non vuole essere un complimento. Hanno fatto evidentemente altre scelte, ma certo non hanno fatto una bella figura con il ragazzo”.
La Juve si pentirà della scelta fatta?: “Mi auguro di sì. Anzi ne sono convinto. Questo è un fenomeno”.