Non è stata una stagione particolarmente esaltante per Patrick Schick rispetto alle aspettative di inizio stagione quando venne acquistato dalla società giallorossa nello scorso mercato, la prossima stagione sarà senz’ altro quella della rivincita.
Che sensazione ti da il fatto che la tua nazionale punti molto su di te? “Sono consapevole di essere al centro dell’attenzione ma il fatto che mi sia trasferito alla Roma non implica che in nazionale io abbia sempre il posto da titolare. Niente affatto”
I tifosi sperano che si possa ricreare in nazionale una coppia d’oro come quella di Kremick e Baros secondo te è una cosa possibile? “Non credo che noi due siamo simili a loro. Abbiamo giocato poco insieme, solamente una partita contro la Cina. Magari giocando di più insieme possiamo creare un affiatamento importante”
Il primo anno di Roma non è andata come ci si aspettava, il secondo anno lo prevedi migliore? “Lo spero! Ho preso confidenza con l’ambiente, adesso devo solo dimostrare quello che so fare. Sono arrivato dopo la parentesi con la Sampdoria, provando a giocare in una posizione diversa. Il secondo anno farò vedere chi sono davvero”
Le tue impressioni su questo primo anno a Roma, cosa ti lascia e cosa non ti lascia? “Una nuova esperienza in una città in cui le pressioni e l’affetto dei tifosi non ha eguali al mondo. Cosa mi ha tolto? Mi sono infortunato proprio nel momento in cui stavo iniziando a giocare”
La società cosa si aspetta da te visto l investimento fatto per averti? “Non ho parlato con nessuno. Forse la società ha parlato con chi doveva discutere del proprio futuro, una cosa che in questo momento non mi riguarda”
Qualora fossi andato alla Juventus, secondo te come sarebbe andata? “No, è un capitolo chiuso. Sono davvero contento di essermi trasferito alla Roma”
Che momenti hai vissuto durante le visite mediche? “Dopo la prima visita ho capito che c’era un problema al cuore. Sapevo che c’era qualcosa di sbagliato perché mi hanno fatto fare controlli che solitamente non si fanno”
Come è cambiato Schick dal suo arrivo qui in Italia al età di 18 anni? “Non sono cambiato affatto”
Lo stile di vita italiano ti ha influenzato in qualche modo? “Sono lo stesso di quando sono arrivato. Non seguo molto la moda e i tatuaggi non mi piacciono. Nella Roma ce ne sono tanti di ragazzi tatuati, guardate Nainggolan per esempio, è il suo modo di essere, è il suo stile stravagante. Io non ne ho mai fatti, non ne sento il bisogno”
Jankto ha detto che tu puoi essere il migliore del mondo, come rispondi? “Lo ringrazio, ovviamente fa piacere quanto i tuoi compagni parlano di te in questo modo. Serve tempo per arrivare ai massimi livelli e soprattutto c’è bisogno di un fisico sano, senza non si arriva da nessuna parte. La concorrenza è tanta ma io lavoro per arrivare al top”.
Cassano parla sempre molto bene di te fin dai tempi della Samp.. “È fantastico. L’ho incontrato ultimamente mentre accompagnavo un amico all’aereoporto a Roma. Stavo scaricando il bagaglio e una macchina si è fermata vicino a me, dal finestrino abbassato ho visto Antonio che mi diceva: Me lo fai un autografo?”
Hai esaudito il suo desiderio? “Mi sono fermato a chiedergli cosa stesse facendo lì, poi ci siamo dati appuntamento al campo di allenamento. Abbiamo parlato molto. Per me è un grandissimo uomo, molto onesto. Anche troppo a dire la verità ma è sempre una persona positiva. Mi ha dato consigli su Roma, lui ci ha giocato. Mi ha detto che farò una grandissima carriera in giallorosso”