Patrik Schick sa che c’è grande attesa nei suoi confronti, ma non appare preoccupato. Preferisce parlare in inglese, con l’aiuto del traduttore, quando a Genova cominciava a esprimersi in italiano. Alla Roma è appena arrivato, ma va di corsa. Domani già in campo con la Chapecoense, per ricevere il primo abbraccio dei tifosi. Intanto ha cominciato ad andare a lezione da Di Francesco, che conta di utilizzarlo presto, in partenza inserito nel suo 4-3-3, che con l’attaccante ceco può diventare una miscela esplosiva. Il tecnico che ama il calcio offensivo ha la possibilità di utilizzare il giocatore richiesto da tutti i più grandi club italiani, che dopo aver espresso le sue qualità nella Sampdoria adesso potrebbe esplodere in giallorosso. Il dibattito tra i tifosi è già cominciato: come lo utilizzerà Di Francesco? Schick si mette a disposizione: «In Nazionale ho sempre giocato come centravanti, ma non ho problemi a spostarmi sulla destra. Tendo ad accentrarmi in area e non avrei problemi a ricoprire quella posizione. Io mi sento pronto, sto bene e non vedo l’ora di giocare. Venerdì (domani, ndr) contro la Chapecoense farò l’esordio, sarà bello avere il primo contatto con i tifosi, che mi hanno fatto sentire il loro a etto il giorno del mio arrivo». Non ha avuto dubbi a scegliere la maglia numero 14: «È il mio numero fortunato, ce l’avevo in Under 21 dove ho segnato molto e anche alla Samp. Ho fatto una buona stagione a Genova e quindi visto che era libero l’ho scelto anche qui».
PERCHÈ ROMA – Avrebbe potuto scegliere quel numero anche alla Juve, ma ormai quella storia preferisce dimenticarla e non vuole più tornarci: «Quello che è successo con la Juventus fa parte del passato. Non voglio riparlarne, non sono deluso, anzi sono contento di essere qui. Ho scelto la Roma perché non ci sono differenze con la Juve, sono due top club, con le stesse ambizioni. E poi per questa squadra ho sempre avuto simpatia e mi piace come gioca. So che la Roma è arrivata seconda lo scorso anno. Spero che riusciremo a fare un grande passo avanti nella prossima stagione». Niente proclami, ma solo la voglia di cominciare con entusiasmo. «So che sono stato pagato tanto, ma è una domanda più per il direttore sportivo, io penso solo al campo. Non mi interessa quanto sono costato, mi concentro solo sul calcio».
TOTTI UNICO – Allegri stravedeva per lui, lo avrebbe visto bene insieme con Dybala: «Tutti conoscono Paulo, è un top player di classe mondiale ma siamo diversi». Mostra personalità quando dice: «Alla maglia numero 10 non ci penso, Totti è unico, nessuno sarà mai come lui. Io sono Schick».