Salvate il soldato Schick parte seconda. Dopo la domanda fatta a Di Francesco da Roma Tv nel dopo-partita e le parole dell’a.d. Gandini, ecco la lunga versione del giocatore dal ritiro della Repubblica Ceca. Pezzi di un puzzle che la società giallorossa sta mettendo insieme per non perdere un giovane di grande talento valutato in estate 42 milioni (anche se pagabili in comode rate). Crotone-Roma ha rischiato di essere un punto di non ritorno. In assenza di Perotti e con Cengiz in panchina, infatti, Di Francesco ha utilizzato prima Gerson e poi Florenzi come esterni di attacco, retrocedendo Schick a settima/ottava scelta dell’attacco, in ballottaggio solo con l’infortunato Defrel. Una situazione che stride con l’ottimo momento della squadra, qualificata per i quarti di Champions e terza in campionato.
Le parole di Schick hanno avuto il potere di abbassare, almeno nell’immediato, la temperatura e, di sicuro, non sono dispiaciute al club: «Ovviamente non sta andando come immaginavo. Non mi aspettavo tutti questi infortuni. Non voglio cercare scuse: all’inizio ci sono stati i problemi al cuore e per questo non ho fatto una preparazione estiva, buttandomi subito nel campionato. Poi sono arrivati i problemi muscolari. Ora le cose stanno andando meglio, al contrario di quello che è successo in estate. Forse c’è stata un po’ di fretta. Il mio corpo non era ancora pronto e i miei muscoli non hanno retto. Ma so che dimostrerò di essere da Roma». Schick – 552 minuti e nessun gol in campionato, 90 minuti e un gol in Coppa Italia – esclude un addio a fine stagione: «Non voglio pensare di andare da nessuna parte. Voglio dimostrare di essere da Roma. Non ho iniziato bene, ma può finire in modo completamente diverso. Abbiamo ancora diverse gare da qui alla fine, posso farlo. Non mentirò, non è una situazione semplice, ma quando sarò allenato al 100% e tornerò a segnare, tutto andrà meglio. Devo riguadagnare un po’ di autostima. La pressione c’è, sono stato uno degli acquisti più costosi. Ho provato a non sentirla, ma è impossibile». Non ci sono riferimenti all’allenatore.
Quando deve parlare di chi lo ha aiutato in questi mesi difficili Schick fa due nomi: Totti e Dzeko. «Con Francesco ci vediamo praticamente ogni giorno. Si comporta come se fosse ancora nello spogliatoio con noi. Mi sostiene. Dzeko, per me, è uno dei migliori centravanti del mondo. Lo guardo e capisco in cosa ho bisogno di migliorare. Quando sono arrivato giocavo da esterno d’attacco, ma non è la mia posizione ideale. Sono un centravanti come Edin, ma questo non vuol dire niente: sono felice per ogni opportunità che ho di scendere in campo. Probabilmente è il mio più grande amico nella squadra, abbiamo un ottimo rapporto, è una bravissima persona». In fondo, il sogno: «Ho ancora la possibilità di giocare contro il Barcellona. Dipenderà tutto da come mi allenerò, solo così potrò entrare in formazione e giocare. Farò di tutto per riuscirci». Il pallone passa a Di Francesco.