Dove eravamo rimasti? Ah, già: alla solita Juventus che alza la coppa dello scudetto. Sabato pomeriggio si riparte proprio dai bianconeri che a Parma proveranno a scrivere la prima pagina di una nuova, sensazionale, impresa: la conquista del nono scudetto di fila. Sarà una Juventus diversa però, non tanto negli uomini quanto nella filosofia. Dopo 5 stagioni trionfali non ci sarà più il risultatista Allegri ma Sarri e il suo gioco che, a Londra è stato ribattezzato con sarcasmo dai tifosi del Chelsea Sarri-ball. «Thank you and goodbye» ha salutato Sarri, chiamato alla delicata missione di vincere giocando bene con la Juventus.
LA SFIDA DEGLI EX – Non sarà facile e non è una frase fatta. Il precampionato ha detto che la Juventus rinforzata dagli acquisti di De Ligt, Danilo, Rabiot e Ramsey, sta assimilando, ma lentamente, le idee del suo nuovo tecnico che è alle prese con problemi di soprannumero. A oggi crescono nello scacchiere bianconero almeno uno fra Mandzukic, Dybala e Higuain con quest’ultimo, pupillo di Sarri, che spera ancora di convincere la società. Paratici però, se potesse, li cederebbe tutti e tre per arrivare a Icardi. E non sarà facile centrare il 9 per la Juve anche per la concorrenza più agguerrita e affidata a due ex come Ancelotti e Conte.
Il Napoli e l’Inter partono appena dietro ai campioni d’Italia. I partenopei con l’acquisto di Manolas dalla Roma messo accanto a Koulibaly contano di aver eretto un muro che consentirà di abbassare sensibilmente il numero di gol subìti (la scorsa stagione furono 36, come il Milan quinto e solo uno in meno del Torino settimo). In avanti, poi, Ancelotti dopo il regalo Lozano si aspetta da De Laurentiis un regalone: James Rodriguez o Icardi. L’Inter riparte da Conte che, oltre ad aver già trasmesso ai nerazzurri una bella fetta del suo carattere indomabile (un solo ko in precampionato, 0-1 con lo United) ha ottenuto rinforzi del calibro di Godin, Barella, Sensi e Lukaku. A Marotta è sfuggito Dzeko che col belga avrebbe formato una coppia d’attacco in grado forse di pareggiare il gap con la Juve.
IL QUARTO POSTO – Coi primi tre posti virtualmente assegnati, lassù in teoria resta da giocarsi soltanto il quarto e ultimo posto che vale la qualificazione Champions. Sono in lizza Roma, Lazio, Atalanta, Milan e, forse, il Torino (bisogna vedere come i granata usciranno dal frullatore dei preliminari di Europa League). I giallorossi sono all’anno zero. Tramontate le bandiere Totti e De Rossi, hanno deciso di affidarsi al portoghese Fonseca, unico tecnico straniero del lotto delle big al quale per poter essere competitivo va dato almeno un difensore centrale all’altezza del ceduto Manolas.
La Lazio prometteva di fare una rivoluzione invece sono rimasti tutti, da Inzaghi a Luis Alberto a Milinkovic. Inoltre, sono arrivati due esterni come Lazzari e Jony (contenzioso col Malaga permettendo) che oliano alla perfezione schemi già collaudati. Se Correa mantiene le promesse, i biancocelesti hanno tutto per farcela. L’Atalanta deve resistere alla sbornia Champions e rimanere se stessa, mentre sul Milan bisogna sospendere il giudizio viste le contraddittorie prestazioni di questo precampionato.
LE ALTRE – Il campionato sembra essere salito di livello anche nella sua zona mediana. Destano curiosità la Fiorentina di Commisso e dell’usato sicuro griffato Pradè; il Cagliari che ha riabbracciato Nainggolan, preso Rog e tenuto Pavoletti; il Genoa del talento Pinamonti e delle geometrie made in Ajax di Schone. Per tutti un’avvertenza: il mercato chiuderà il 2 settembre. Non sarà Il trono di spade, ma gli ingredienti per vivere una stagione avvincente ci sono tutti.
FONTE: Il Messaggero – R. Buffoni