Una psicosi collettiva, più che una passione. Siamo arrivati al punto che se non hai giocato almeno una partita a paddle sei uno sfigato senza margini di recupero. Il tennis? Sorpassato. Il calcetto? Roba vecchia. Oggi dominano i multicolori racchettoni per il paddle, al punto che in tutti i circoli della Capitale, e non solo, si stanno allestendo a tempo di record campi adatti per questa neppur giovane disciplina.
Ma c’è anche chi, potendoselo permettere, se ne è fatto costruire uno direttamente nel giardino di casa. E lì ospita gli amici per interminabili partite all’ultima goccia di sudore. Tipo Francesco Totti, ammalato di paddle fin dai tempi in cui era ancora il Capitano della Roma. Nella sua villa all’Eur è facile trovarlo in campo, quasi a ritmo quotidiano, con gli ex compagni Aquilani e Candela.
E le polemiche, gli sfottò e le risate sono infinite… Totti ok, ma anche Roberto Mancini, il ct della Nazionale, per tenersi in forma entra in azione almeno una volta alla settimana. Ai paddlellari è assolutamente vietato dire che, in fondo, è un po’ come giocare a tennis, anche se – perimetro di sponde escluso – il gioco lo ricorda parecchio: se ti azzardi a farlo, come minimo ti becchi un vaffa; oppure ti arriva direttamente il racchettone sulla capoccia. Il che, ne converrete, non è un bel campare.