Serve il vero Nainggolan . Dopo la giornata di squalifica scontata contro il Benevento, Di Francesco rilancia il suo guerriero nella posizione più gradita, trequartista nel 4-2- 3-1. E’ il sistema di gioco di matrice spallettiana attraverso il quale Nainggolan ha raggiunto il top del rendimento, nella scorsa stagione, ma che nei due esperimenti nella nuova gestione (Napoli e Verona) non hanno garantito risultati memorabili.
CONFRONTO – Il punto è che forse non si tratta soltanto di modulo. I numeri Opta comparati tra l’anno scorso e oggi raccontano molte differenze nel suo contributo alla squadra: nella fase difensiva, ad esempio, Nainggolan ha mantenuto un equilibrio quasi perfetto nel rapporto tra palle recuperate (scese a 6,42 a partita da 6,57) e palle perse (pure diminuite a 14 contro 14,39) ma ha sensibilmente abbassato il livello alla voce dribbling subiti, che sono più che raddoppiati (1,05 contro 0,48), contrasti vinti (1,05 contro 1,52), contrasti persi (0,53 contro 0,09) e palloni intercettati (0,63 contro 1 a partita). E’ invece peggiorato il suo score disciplinare, con 5 ammonizioni contro 2. Paradossalmente insomma Nainggolan difendeva meglio nel 4-2-3-1, quando si muoveva venti metri più avanti, che nel 4-3-3, dove la posizione di mezz’ala lo obbligava a un numero superiore di ripiegamenti.