È quasi stanca anche di fischiare, la gente, che ieri pomeriggio ha sacrificato le gite fuori porta con il primo sole caldo di questa stagione, per presentarsi in più di quarantamila allo stadio Olimpico. La Roma perde male contro la Fiorentina (0-2), annullando i piccoli passetti di crescita fatti vedere contro il Barcellona, e collezionando in due partite (tra Bologna e ieri) solamente un punto. E con la sconfitta di ieri, sono ben sei i ko in casa (sette con la coppa Italia), come mai nella sua storia, se non solo un’altra volta, nell’annata 1947- 48, quando furono otto. Dato che diventa ancora più pesante e indicativo se si pensa che in trasferta i giallorossi hanno perso solamente una volta, contro la Juventus allo Stadium.
Una sorta di sindrome da Olimpico, sembrerebbe, mentre difende i suoi, Di Francesco. «Oggi non ci è girato nulla a favore, non riusciamo a concretizzare quanto creiamo, non facciamo gol e il calcio è fatto di episodi. Abbiamo difeso male e poi le scelte dell’arbitro sono dubbie, ma siamo noi che non segniamo. Noi abbiamo tirato 20 volte, loro 3, quindi sono stati più bravi a realizzare. I cambi? Nessuno può giocarle tutte, la Juve ne ha fatti nove. Oltre il risultato, però, se c’era una squadra che meritava era la Roma». Eusebio ridimensiona la portata della sconfitta appena subita, ammettendo però che: «Dobbiamo crescere per mentalità ed essere più convinti e cattiva. È uno 0-2 bugiardo, ma bisogna stare zitti. Si vedrà ora la capacità della squadra di resistere alle difficoltà».
Fischi al termine del primo tempo e alla fine della partita. Fischi e malcontento che sembrano però trascinarsi quasi stancamente, messi a dura prova da una stagione che vive in una continua altalena, con una mancanza di continuità che sta sfiancando la tifoseria. La Sud, dopo aver fischiato, ha sostenuto comunque la Roma, cantando. E ora diventa, in attesa delle partite di Lazio e Inter, torna a rischio il posizionamento Champions. «Non facciamo drammi – l’analisi di Kolarov – ovvio, non è il risultato che volevamo e comunque, anche se avessimo vinto, non sarebbe chiusa la questione Champions. Dobbiamo essere forti mentalmente, rialzarci e reagire, con noi più esperti che dobbiamo dare l’esempio». La squadra riprenderà a lavorare subito, questa mattina, per cominciare a preparare la gara di ritorno contro il Barcellona di dopodomani. Ai limiti del miracolo calcistico le possibilità di ribaltare il 4- 1 subito al Camp Nou, anche se Di Francesco prova a crederci.