Si dice che Napoleone Bonaparte preferisse i generali fortunati a quelli bravi. E che Luciano Spalletti sia stato fortunato, ieri sera, nel suo ritorno da fischiato ex all’Olimpico, è assodato: la Roma ha colpito tre pali, uno sullo 0-0 (Kolarov) e due sull’1-0 (Nainggolan e Perotti) che avrebbero chiuso la partita. Però il tecnico di Certaldo è stato sicuramente anche bravo nel cambiare la gara tra primo e secondo tempo, sostituendo Gagliardini in grande difficoltà con Joao Mario e arretrando Borja Valero che, da trequartista, aveva fatto molto poco. Al resto ci hanno pensato il problema numero uno della vigilia, cioè la marcatura di Perisic senza nessun terzino destro di ruolo (ci ha provato Juan Jesus, crollato nella ripresa) e la forza straripante di Icardi. Nel calcio, i risultati possono nascere anche dalla casualità, ma hanno sempre una base logica. L’Inter è passata indenne dal momento peggiore e si è affidata alla preparazione fatta in settimana: bisognava mettere Perisic il più possibile uno contro uno e il croato ha servito gli assist del 2-1- e del 3-1. Il gol del pareggio nerazzurro, invece, è venuto su verticalizzazione di Candreva, che ha pescato Icardi nella terra di nessuno tra Manolas e Fazio. Era il 22’ della ripresa e tre minuti prima Perotti aveva colpito l’ennesimo palo. Chi ha visto tante partite — e tante soprattutto della Roma — ha capito che la notte stava per mettersi male per i giallorossi.
Si può dire che la sconfitta non deve demoralizzare Di Francesco, perché la Roma ha creato molto e può sicuramente recriminare su un netto contatto Skriniar-Perotti in area, sul quale Irrati non ha voluto ricorrere alla Var. La Roma è partita con un 4-1-4-1 che permetteva a De Rossi di controllare Borja Valero e a Strootman e Nainggolan di giocare più centrali e inserirsi anche in zona tiro; è andata in vantaggio con Dzeko (bell’assist di Nainggolan) e ha dominato sulla fascia sinistra con Kolarov e Perotti, che sono passati sempre contro D’Ambrosio e Candreva; ha chiuso con il 4-2-3-1 nell’assalto finale che poteva portare al 2-2 di Nainggolan (solo davanti a Handanovic, ma ha alzato sopra la traversa) e che invece è costato anche il 3-1. Semmai bisogna capire se il crollo nell’ultima mezzora è stato anche psicologico o solo fisico. Allo stesso modo si deve dire che il successo di ieri sera può cambiare la stagione dell’Inter. I nerazzurri non vincevano all’Olimpico, contro la Roma, dal 19 ottobre 2008 (doppietta di Ibrahimovic, Stankovic e Obinna). Esserci riusciti con Spalletti in panchina ha un valore doppio. Adesso il tecnico può chiedere ai suoi giocatori di buttarsi nel fuoco delle sue idee di gioco e loro non avranno paura di bruciarsi. All’Inter manca ancora qualcosa per essere al top e non sempre i pali potranno aiutare Handanovic come hanno fatto ieri, ma i campionati passano da boe simboliche e la partita di ieri era una di queste. La Roma, almeno così pare, ha vinto la partita di Schick, ma quella che dava tre punti è andata a Spalletti.