Il cartello ‘lavori in corso’ è stato affisso all’Olimpico: questa mattina inizia la rimozione delle barriere in curva, prima la Nord e poi la Sud verranno liberate entro il derby di Coppa Italia, in cui si respirerà tutta un’altra atmosfera rispetto alla gara d’andata: 10 mila biglietti venduti parte Lazio, 21 mila parte Roma. E mancano ancora sei giorni di vendita libera.
Sara il primo successo di pubblico dopo diciotto mesi di proteste per i due settori caldi divisi a metà dal plexiglass e di battaglie, portate avanti in particolare dal presidente Pallotta, che molto si e speso per cambiare le cose il prima possibile. Il momento è arrivato, le barriere sono state ridotte ad un metro e mezzo d’altezza a fine febbraio e saranno rimosse man mano in questa settimana. Non si farà in tempo per Roma-Empoli, non nello spicchio romanista almeno, perché la Nord invece sarà chiusa ed e da lì che si comincerà con la rivoluzione. La Questura ha dato il via libera, la Prefettura ha messo il sigillo sull’operazione, facendo i calcoli con le misure di sicurezza richieste per ogni impianto sportivo, il Coni ha ricevuto le istruzioni e dalla teoria adesso si passa alla pratica. Con una possibile novità: «Dopo il loro abbassamento, puntiamo alla definitiva rimozione entro la fine della stagione – ha annunciato tramite Facebook il presidente della Commissione capitolina per lo sport Angelo Diario (M5S) – poiché l’obiettivo non è solo avere uno stadio sicuro, ma anche uno stadio pieno. A metà maggio inviteremo in Commissione Coni, Figc, Roma, Lazio e tifo organizzato per valutare la possibilità di realizzare una standing area nelle due curve, dove si potrà seguire le partite senza dover necessariamente restare seduti al proprio posto».
Sempre di un ritaglio di settore si tratta, di una divisione in qualche modo, ma sarebbe un’ulteriore conquista per i gruppi abituati a tifare alla vecchia maniera, tutti in piedi a voce alta. Senza il problema di essere «fuori posto», un cavillo per cui chi è stato beccato sul seggiolino sbagliato ha dovuto pagare una maximulta di 167 euro. Andare allo stadio era diventato caro per i più distratti, che potranno tornare a non preoccuparsi di dove sono mentre sostengono la loro squadra, ma solo godersi la partita. Ammesso che l’iniziativa superi i lunghi step della burocrazia e veda la luce.
Un buon proposito per la stagione futura, non per quella attuale, dove il grande passo è già stato fatto con la decisione di riportare la gente all’Olimpico, rimuovendo le barriere che hanno svuotato le curve, oltre a dividerle. Dove c’era il plexiglass ci sarà una fila di steward, come negli stadi europei, e una sembianza di normalità potrà tornare a splendere sulla capitale, spiazzata da quel comunicato dell’estate 2015 in cui per motivi di sicurezza (con l’Osservatorio che chiedeva settori più piccoli rispetto alle curve da 9 mila posti) veniva annunciata l’amara soluzione, a campagna abbonamenti già iniziata, con tutti i problemi connessi. Lo sciopero silenzioso della Sud contro la Juventus alla prima in casa della stagione 2015/16 è stato il preludio di una crisi del tifo, con le curve sempre più vuote e un impianto che faceva fatica a riempirsi. I lavori per eliminare il problema partono in mattinata, in cantiere c’è l’idea della standing area, ma occhio alle ricadute:«Se ci saranno incidenti – avvisa il vice capo del gabinetto della giunta Raggi, Cardilli – torneremo indietro». E’ un esame di maturità: vietato farsi bocciare.