Anatomia di un declino. Dopo stagioni esaltanti, passate a superare se stessi prima che gli avversari, stagioni piene di trionfi e condite da due finali di Champions, il matrimonio perfetto Atletico Madrid-Diego Simeone che conosce la classica crisi del settimo anno, intesa come stagione. E, paradosso, proprio quando si è regalato una casa nuova. Ma qui, dentro la pancia della «balena Wanda», nessuno s’arrende. D’altronde, è il marchio di fabbrica. Si riconosce la situazione che per usare un eufemismo si definisce «complicata» (copyright Koke), ma nelle parole di tutti si intuisce la speranza che da un momento all’altro possa tornare il super Atletico. Che ora in Liga giace sotto il Barça 10 punti. Che ha la stella Griezmann in crisi nera: quasi due mesi senza segnare. E che in Champions deve vincere stanotte con la Roma, il 5 dicembre a casa Conte e sperare che il Qarabag strappi almeno un punto al Chelsea o alla Roma. Mission impossible. Ma Koke dice: «Siamo una grande squadra, abituata a sfide di grande tensione. Dobbiamo vincere e basta». E il Cholo si allinea: «Noi dobbiamo pensare a crescere, a migliorare. E a vincere. Il calcio è bello perché regala sempre sorprese». Bontà sua, non cita ad esempio la nostra Nazionale.
CASO GRIEZMANN – Simeone non ha l’aspetto dei giorni migliori. Si mostra sereno, ma ha gli occhi di una tigre ferita. Tiene banco il caso Griezmann, alimentato dalla polemica del fratello («Antoine è in difficoltà in una squadra che fa 20 metri avanti e 40 indietro»). Lui evita lo scontro: «È un’opinione e va rispettata. Io so che Antoine è preoccupato, la squadra ne risente e i tifosi si arrabbiano perché si aspettano sempre molto da lui. Ma ha comunque dato un grande contributo. È un grandissimo, i compagni lo vogliono. L’importante è dargli fiducia». E un compagno per amico: Torres. «Gioca, sta lavorando bene». E servono gol. Ma la Roma è in gran spolvero. Simeone la conosce bene. «Sa che qui può chiudere il discorso, sarà dura. È cresciuta molto da quando l’abbiamo incontrata, ha preso velocità in fase offensiva. Di Francesco? Bravissimo. Me lo ricordo da giocatore, nei derby. Gran lottatore, un po’ simile a me. È riuscito a inserirsi subito. Bello vedere squadre che giocano bene come la Roma». Stanotte proverà a tarparle le ali per allontanare i fantasmi del declino.