Se alle 19.30, sei ore dopo la conferenza di Monchi, l’argomento #Totti (come da tendenza di Twitter) è uno dei principali in Italia, quasi come la semifinale tra Juve e Monaco, significa che le parole del direttore sportivo della Roma hanno lasciato il segno. Quasi più fuori dalla capitale e dall’Italia, a dir la verità, perché a Roma in pochi se ne stupiscono, pur rattristandosene: «Si sa da giugno il commento più ricorrente tra social e radio. Solo le parole di Francesco cambierebbero le cose».
SILENZIO – Totti tace, in molti gli scrivono sui suoi profili ufficiali («ma è vero, capitano? Davvero non ci ripensano?», è uno dei tanti messaggi), ma lui non replica. Il Bayern Monaco e l’Herta Berlino lo salutano, i portali on line dei principali quotidiani europei fanno lo stesso, il lungo coccodrillo da qui al 28 maggio, giorno di Roma-Genoa, è partito. Se Giuseppe Giannini, che nei giorni scorsi era stato durissimo con la Roma dopo il derby, dice che «Monchi sembra una soluzione interessante, ma l’addio di Francesco andava gestito in modo diverso. Lui però è fortunato, perché potrà continuare nel club de suo cuore», c’è anche chi decide di salutarlo ricordando i suoi numeri e i suoi record. Compaiono foto con le sue dichiarazioni più belle, su tutte: «Sono cresciuto nella Roma e qui morirò», ritornano a circolare i video con i gol migliori, persino un account vicino alla moglie Ilary viene inondato di messaggi: «Ma è vero che Francesco smette?». E, ancora: «Francesco, dovevi essere tu a dire basta», ma visto che lui non apre bocca un sito specializzato sulla Roma gli scrive una sorta di lettera aperta: «Ora parla tu». Lo farà? Forse nei prossimi giorni, ma Roma sembra preparata.
TUTTE LE LINGUE – Ascoltando le varie emittenti, non prevalgono stupore o tristezza, solo tanta rassegnazione: «Soprattutto si sottolinea se dovesse restare Spalletti». Dall’estero, invece, arriva talmente tanto amore nei confronti del capitano della Roma che c’è pure chi sottolinea che, in fondo, «questa storia qualcosa di buono l’ha portato, perché ancora una volta si è reso conto di quanto è amato». Inglese, spagnolo, portoghese, arabo e cinese, in tutte le lingue del mondo arriva il saluto, e il tributo, al capitano : «Si dice Totti e si legge Roma». Semplice, diretto. «Che lui è amatissimo si sa, anche se a dir la verità pensavo che potesse giocare ancora. Non so se ha deciso la società o se invece hanno deciso insieme, ma pensare che davvero Francesco non giocherà più mi mette un po’ di tristezza. E per questo – spiega Giacomo Losi - aspetto che sia lui a parlare».
E SE NON FOSSE FINITA? – Dello stesso avviso anche Amedeo Carboni: «Io al funerale del Totti calciatore non partecipo fino a che non parla lui. D’altronde, io ho giocato fino a 41 anni e 3 mesi quindi non vedo perché lui non possa continuare. Quando poi Francesco dirà che è davvero finita allora ne riparliamo». Difficile ammettere che la carriera del più grande giocatore della Roma stia finendo? «Io lo so che è finita, ma in fondo non ci voglio credere ancora per un po’», dice un ascoltatore di un’emittente, con la voce rotta dall’emozione. Quello che resta è un grande senso di malinconia. E a Roma-Genoa mancano 24 giorni.