La sorpresa vera è la Roma. La Juve ha fatto quello che era normale fare. Lo Sporting a casa sua è una squadra di ripartenze e buona tecnica, non molto di più, ma non è un avversario di tutti i giorni. La Juve ha sbagliato molto nel primo tempo dal punto di visto tecnico, questo vuol dire che ha sbagliato il normale, passaggi, misure, conclusioni. È sempre la vecchia storia. Quando la Juve non pensa, quando non si concentra, è una squadra come le altre. Ma non riuscire a pensare è una pessima qualità. La Juve è cresciuta molto quando ha avuto molto bisogno. Ha rimesso in cammino il risultato quando lo Sporting non aveva più un respiro. Vince alla fine la classifica, il Barcellona stesso ha avuto problemi ad Atene, ma resta come un’interruzione tra la Juventus e la migliore qualità, come una conversazione senza troppa voce. La qualificazione non è più un argomento, la Juventus va avanti, ma non lo sta facendo con la forza che era nell’aria. Lo Sporting alla fine era un avversario da battere con più distanza nelle due partite.
Colpisce invece la Roma, il Chelsea è stato raramente in partita e alla fine del doppio turno ha finito per incassare sei gol. La Roma ha una lucidità di gioco molto evidente. Di Francesco ha più volte mescolato le carte in questi due mesi, ora ha una squadra rapida, molto italiana, che ha fatto il passo in più tenendo un attimo indietro Dzeko e ritrovando El Shaarawy in tutta la sua velocità di pensiero e conclusione. Un altro Salah. Mancava da un pezzo, è quasi un ospite inatteso, ma è ideale in una squadra che sa aspettare, sa difendersi benissimo e ha trovato corsa nel contropiede. Non so se sia una Roma bellissima, ma è completa. E il suo passo sembra un’immagine della crescita di tutte le italiane in Europa. Lo strano autunno del campionato non è forse un fenomeno solo italiano. Le più forti da noi sono adesso forti anche in Europa, sono almeno competitive. Il Chelsea campione della vecchia Inghilterra che sembra sempre un esempio per tutti, ha confermato che oltre Guardiola esiste un calcio intelligente non comprensibile a tutti. Ma è un calcio tornato vicino al vero. Questo non significa che andremo per forza ai Mondiali, la Nazionale è un’altra cosa, siamo noi da soli, allenati da altri. Significa che la vecchia bravura di fondo del movimento si è allargata, che la nostra mancanza di fuoriclasse è un fenomeno comune. E nella normalità in fondo non siamo mai stati secondi a nessuno.