Il tecnico della Roma Luciano Spalletti ha parlato nella Sala Conferenze del Centro Tecnico Fulvio Bernardini di Trigoria per presentare ai media la gara di domani contro l’Inter, in programma allo Stadio San Siro alle ore 20.45.
Giorni di fuoco per la Roma, cosa cambia? “Se mette tutte le partite insieme fa sembrare un fardello incredibile, quasi impossibile. Invece se ne gioca una per volta e si guarda di volta in volta. Acceleratore a tavoletta e poi si gioca una gara alla volta. Le partite sono tante e importanti. Non si cadrà nel tranello in cui una è più difficile e una più facile. Non si potranno interpretare male perché sono tutte partite di livello”.
L’Inter ha vinto le ultime 9 gare su 10, quanto influisce Pioli nella loro crescita? “Non lo so, erano una squadra forte prima e lo sono anche adesso. Hanno trovato il loro equilibrio, Pioli è molto bravo, capace, lo sanno tutti nel mondo del calcio. Sa parlare di tattica e sa essere convincente. Ha cambiato anche modulo, con due trequartista e la prima punta. Le ultime partite ha giocato con 3 centrali anche se domani gli mancherà Miranda, è una squadra con fantasia e qualità. È tanto che vincono, siamo pronti ad affrontarli”.
Il turn-over è azzardato dopo la gara di Villarreal. Nelle prossime partite ci saranno almeno 9 intoccabili? “Possibile. Però è un discorso che vale solo per l’ultima gara, in precedenza abbiamo avuto tanti infortunati quindi abbiamo dovuto cambiare molto. C’è da ribadire che io non gli ho messi nelle migliori condizioni per esprimersi. A qualcuno mancava ritmo partita ma la mia scelta ha condizionato soprattutto il primo tempo. Quando avremo bisogno nuovamente dei giocatori di giovedì si faranno trovare pronti”.
Manolas? “Sta bene, gioca”.
La notizia dello Stadio avvicina lei e i giocatori al futuro della Roma? “Si vuole cambiare il significato delle mie parole. Mi sono dedicato a farvi capire bene il vero dal falso. Secondo me la gente ha capito bene. Sono importanti i giocatori. Tutti tengono alla Roma, c’è da fare i risultati, se non si fanno cambia tutta la prospettiva. Voi dite sempre che bisogna vincere, questo è corretto. Contano i giocatori forti che hanno un valore affettivo per la squadra, e vanno tenuti. Da qui in avanti ne parlerò con la società. Quando incontro la gente vedo che ha capito bene. Lo Stadio è una cosa importante, il risultato è straordinario per la città. Quando il sindaco Raggi viene messo in un confronto e attraverso il dialogo porta soddisfazione a tutti, ha raggiunto il massimo. Un risultato che rafforza la città, non solo gli sportivi. È una soluzione corretta, io sapevo che la questione era in buone mani. Baldissoni lo conosco bene, mi aspettavo la disponibilità del sindaco e riuscire a trovare la soluzione. Bravi a tutti. Correlazione? Lo Stadio verrà fatto in tanti anni, non sono ferrato. Se mi aiuti ti dico se sarò morto. Per la società è un traguardo importante, ambiscono tutte a questo traguardo. Questo è il motivo perché il calcio inglese o tedesco ha più prospettive di quello italiano. Sono gli stadi di proprietà a fare la differenza sugli introiti, sulla passione, sull’avvicinare le persone. Noi abbiamo sempre più responsabilità e si collega tutto. Sarà ancora più ambita come squadra in futuro la Roma”.
A Emerson e Bruno Peres chiederà di attaccare domani? “Candreva e Perisic sono forti, come tutta la rosa dell’Inter. Secondo me Peres incontro più D’Ambrosio, perché giocano a 5. Sarà un duello uomo contro uomo, le squadre sono a specchio. Questi sono duelli importanti ma ce ne sono anche altri, sono pieni di grandi nomi. Vedremo chi sarà più continuo e farà la giocata giusto. Verrà fuori una partita molto aggressiva, sarò più preciso a fine partita”.
Quanti rigori hanno dato a Inter e Napoli? Perché Pioli e Sarri hanno parlato dei rigori concessi alla Roma… “Non lo so, posso dire che sia stato fatto un lavoro certosino per aiutare la classe arbitrale. Non ho capito bene se si riferiscono ai pochi rigori loro o ai troppi nostri. Vedremo in futuro. Io posso dire che nelle 19 partite della scorsa stagione la Roma ha avuto un rigore e che nessuno ha chiesto niente, senza fare paragoni con gli altri. Ho sempre detto che dobbiamo pensare al nostro gioco. C’è stato dato un rigore in quella partita piena di falli dopo tre episodi clamorosi. Poi se volevano usare noi per chiedere qualcosa… Loro sono allenatori forti e possono permettersi qualche handicap, noi più deboli dobbiamo colmare la differenza con quelli bravi”.
La Roma si è consolidata ormai in Italia. Cosa pensa farà la società per trovare stabilità a livello europeo? Accetterebbe uno scambio Dzeko-Icardi? “Non sono nelle condizioni di dire cosa fare alla società. Abbiamo dirigenti forti, basti vedere il risultato raggiunto per lo Stadio della Roma. Quindi sorvolo, mi fido di loro, sanno farlo meglio di me. Noi siamo questi, siamo dentro l’Europa, dentro le competizioni italiane. Abbiamo una rosa forte e hanno fatto acquisti importanti, sanno giocare al calcio e essere professionisti. Le scelte di uomini sono state giuste, è un gruppo di quelli veri. Mi aspetto soltanto che se parte uno tipo Dzeko venga poi sostituito, perché servono quelli forti per vincere, e noi li abbiamo. La dirigenza sa come fare, sono già pronti per l’immediato futuro. Le scelte tipo lo Stadio danno continuità alla società, come anche il Tre Fontane e rinforzare il settore giovanile. C’è competenza e passione. Tifi Roma? Bravo, fai bene a dirlo. Chi non lo dice sono più per quelli che per questi. Lo scambio? Io mi tengo Edin, per numero di gol segnati e azioni create è fondamentale. Lo tengo stretto”
Gerson e Gabigol, sono in difficoltà, questo conferma quanto sia difficile il campionato italiano tatticamente? Il rendimento ottimo di Emerson e la rinascita di Dzeko rappresentano le sue più grandi soddisfazioni da quando è a Roma? “Dipende dallo spessore del calciatore. Quando sono così giovani non tutti riescono a capire subito come entrare nei meccanismi. Son tutte cose che richiedono tempo. Nel caso di Gerson c’è Nainggolan che gioca in quel ruolo, c’è Salah, anche El Shaarawy, quindi dipende da chi si trovano avanti. Vengono presi per crescere e mettere in pratica tutto il loro talento. Non c’è nulla di strano. Per me le soddisfazioni sono solo se la Roma fa punti e basta. Non devo dare niente a nessuno, devo solo badare alla crescita della società e ai risultati della Roma. Tutto quello che faccio è in funzione di questo, dare forza ai risultati della Roma, anche più di voi”.