«Io, se non vinco, non rimango. E vincere vuole dire conquistare un titolo. Fare tanti punti sarebbe un piacere, ma il mio discorso è sempre stato quello lì». Luciano Spalletti vuole essere il più chiaro possibile, proprio quando la Roma sta costruendo il suo futuro intorno al nuovo d.s. Monchi, che ieri ha dato l’addio al Siviglia: una stagione «zeru tituli» e sarà addio. Una dimostrazione di serietà e un atto d’amore per il club, a secco di vittorie con la proprietà americana in un periodo dove hanno vinto Juve, Napoli, Milan e Lazio? Oppure una exit strategy perché la semestrale societaria parla di -53,4 milioni di euro e di possibile «trading di giocatori» (con almeno una cessione importante da fare entro il 30 giugno)? Difficile dirlo adesso, anche perché c’è ancora spazio per l’happy end. Questa sera, alle 20.45, c’è l’anticipo di campionato contro l’Empoli e domani sera il big match Napoli-Juve. Non è una follia ipotizzare un distacco ridotto a 6 punti (pareggio al San Paolo) o addirittura a 5 (vittoria dei partenopei). Martedì sera ci sarà il derby di Coppa Italia, semifinale di ritorno dove la Roma deve recuperare lo 0-2 dell’andata contro la Lazio. Un’impresa, ma i giallorossi hanno ottenuto lo stesso risultato in campionato e replicarlo porterebbe ai supplementari.
Nulla è impossibile, insomma, anche se servirà un cambio di marcia, visto che in questa stagione sono stati tanti i flop nelle partite più importanti: il preliminare di Champions contro il Porto (0-3, con De Rossi difensore centrale); la sconfitta contro la Juve (0-1, con Gerson titolare e poi «desaparecido»), l’eliminazione dall’Europa League contro il Lione (2-4 all’andata, con il secondo tempo passato a guardare l’avversario che aveva preso campo), lo 0-2 dell’andata di Coppa Italia contro la Lazio (con Inzaghi che aveva cambiato modulo rispetto al campionato), la sconfitta contro il Napoli all’Olimpico che tiene ancora aperta la lotta per il secondo posto (1-2 con Mertens a nozze con la sua velocità contro Fazio). Ma è stata la Roma di Spalletti anche quella che ha battuto il Napoli all’andata, due volte l’Inter e il Villarreal in Europa League. L’Empoli porta con sé il passato remoto di Spalletti, ma anche quello recente dello 0-0 all’andata, con le grandi parate dell’ex Skorupski. Dopo il pareggio, qualcuno disse che non sarebbe stato facile vincere su quel campo ma poi lo hanno fatto tutte le grandi. Non ci sarà De Rossi, per il colpo alla schiena subito in Nazionale. E poi turn-over ragionato, perché martedì c’è la Lazio e il «titulo» più facile resta in ogni caso la Coppa Italia.