Il 6 marzo del 2007, proprio a Lione, Luciano Spalletti presentò la sua idea di calcio all’Europa. Il suo 4-2-3-1, nel giro di pochi mesi, diventò la traccia di riferimento per diversi colleghi, anche i più celebrati. Nella serata gelida di 10 anni fa, allo Stade de Gerland, brindò alla prima promozione ai quarti di Champions e dopo la mezzanotte ai suoi 48 anni. Ma non è il momento di sfogliare l’album dei ricordi. Né di pensare alle tentazioni che vengono dalla Premier, Arsenal e Tottenham i club più interessati al futuro del toscano, pronto al confronto ravvicinato con il presidente Pallotta sul rinnovo del contratto.
AMARCORD D’OBBLIGO – Stasera, nell’andata degli ottavi di Europa League contro l’Olympique, tocca a lui riaccendere la Roma che si è fermata sul più bello, in Coppa Italia e in campionato. «Le due sconfitte mi provocano fastidio, ma si va avanti con la consapevolezza di aver tutto a portata di mano». Spalletti è qui, con 10 anni in più. Sorride al nemico: «Sono peggiorato in tutto. Giusto il messaggio che qualcuno di voi ha mandato al presidente quando sono tornato: “Persona pericolosa, non lo prendete”. Sintesi perfetta». Anche l’avversario è diverso. «Ha fatto due buonissime partite con la Juve. Sarà un match complicato proprio perché il livello della Ligue è salito. Quando venimmo c’era solo il Lione, veniva da 7 campionati vinti di fila, ora è indietro in classifica ma sarà difficile coglierlo di sorpresa, essendo abituato a incontri di livello contro il Monaco, il Psg e il Nizza». Riparte dalla linea 3. «Il nostro atteggiamento dipende sempre da chi affrontiamo». Al Parc Ol c’è da fare attenzione: «Fondamentale è non giocare a campo aperto. O vai a mordere forte in avanti o si lascia il pallino e si torna dietro. La via di mezzo favorisce gli altri…».
NESSUN ALLARME – Glissa e svicola, invece, sulla condizione atletica del gruppo: «Quando si parla di stanchezza non si va a toccare solo i muscoli, ma diventa importante anche quello che dice la testa.Poi è chiaro che sono tante partite, ma ho fiducia nelle capacità extra dei miei calciatori. Ho solo questa strada». Avverte, quasi sfidando la platea: «Non partecipo al disfattismo che c’è intorno alla squadra. Queste due sconfitte fanno male, ma sono due sconfitte».
STRISCIA NEGATIVA – La Roma, portandosi dietro anche l’eredità della Coppa Uefa, si è fermata per 5 volte di fila proprio agli ottavi, l’ultima 2 anni fa con Garcia in panchina nel derby italiano perso contro la Fiorentina dell’ex Montella: «Bisogna partire bene, soprattutto fuori casa, per prenderci un vantaggio importante. Si prova a giocare la partita. Tentando di vincerla,con equilibrio».