Adesso i dubbi maggiori sono quelli dei dirigenti, che si interrogano in queste ore sul futuro tecnico della squadra, piegata per la terza volta nella stagione dalla Lazio (la vittoria senza alcun valore nel ritorno di Coppa Italia non conta) e con il secondo posto tornato a forte rischio. Luciano Spalletti non ha sciolto i suoi dubbi sulla prossima stagione (e chi lo conosce bene sa che ne ha molti, nonostante il tentativo di convincerlo a restare di Baldini e di altre persone a lui vicine), ma i dubbi di queste ore non sono solo di Spalletti. Che ha avuto una lezione dal punto di vista tattico da Simone Inzaghi. In tre partite il tecnico toscano non è riuscito a prendere le contromisure al contropiede organizzato del giovane e promettente allenatore della Lazio. Così nei prossimi giorni si navigherà a vista e anche Monchi sarà chiamato a dire la sua. Il nuovo direttore sportivo ieri è andato negli spogliatoi al termine della partita. Frasi di circostanza, in una fase in cui sta ancora studiando la squadra per capire dove intervenire sul mercato. La prossima settimana arriveranno a Roma anche la moglie e il figlio, sarà presentato ufficialmente dalla società, che in meno di un mese dovrà prendere una decisione, senza sapere ancora se parteciperà alla prossima Champions League. Il dirigente spagnolo ha un’intesa con Emery, nel caso si liberasse dal Paris Saint-Germain. Ieri il basco si è pesantemente allontanato dalla conquista del titolo francese e il suo rapporto con il Psg può concludersi prima della scadenza contrattuale del 2018. I dirigenti sono convinti che il progetto andrà avanti, con o senza Spalletti. Baldissoni ha detto: «Spalletti ha rimandato il discorso alla fine ed è concentrato sul lavoro della squadra. Il futuro della Roma sarà frutto di una programmazione, con o senza di lui».
IL PUNTO PIÙ BASSO – Per il tecnico toscano è il momento più brutto da quando è tornato alla Roma. Due sconfitte con la Lazio in due mesi, l’eliminazione dalla Coppa Italia, dall’Europa League e il secondo posto tornato a forte rischio. Sette sconfitte in campionato sono tante, a quattro giornate dalla fine. Il bilancio dei quattro derby di questa stagione dicono che ha vinto Inzaghi nei confronti di Spalletti. Il quale si prende le sue responsabilità: «Quando si fa un’analisi su di me si può esprimere qualsiasi giudizio. Di questa partita ognuno può dare il taglio che vuole. Il problema si crea quando un allenatore è chiamato a gestire una squadra che deve lottare per vincere. È facile avere una squadra che non deve vincere e può far bene. Ci sono queste sconfitte che non devono buttare all’aria il grande campionato che è stato fatto». Spalletti si appella agli episodi: «Alla prima occasione abbiamo preso gol e c’erano state due opportunità per andare in vantaggio prima di quello. Abbiamo subito il contraccolpo, avevamo poca lucidità nelle scelte». Scarsa cattiveria in attacco, il primo duello vinto dopo un’ora, una difesa che ha mostrato evidenti lacune: «L’analisi è corretta, bisogna stare zitti e accettare tutte le critiche. Se non si riesce a gestire lo stress non si riescono a gestire neanche le vittorie». La Roma ha mostrato limiti preoccupanti: «Abbiamo abbassato il livello di autostima e la qualità di calcio da proporre, perché il disegno era quello del primo quarto d’ora. Si gestiva palla per far faticare gli altri nel trovare le misure. La partita si è incasinata perché dal punto di vista psicologico abbiamo subito il contraccolpo». Keita ha fatto dannare i difensori della Roma: «Ci è mancata aggressività, siamo stati un po’ troppo molli». Come in tutte le partite che contano è mancato Dzeko, che ha fallito alcune facili occasioni: «Più di un giocatore non ha fatto una buona partita. Non si punta il dito su uno soltanto. Siamo una buona squadra che deve fare le cose da squadra. Quelli che saltano due uomini sono Salah, Perotti o El Shaarawy. Gli altri sono calciatori che vanno attraverso il gioco e il collettivo. Quello bisognava fare».
RIPARTIRE – Alla vigilia aveva detto che la Roma aveva le chiavi del Paradiso. Ora rischia di ritrovarsi all’Inferno. Abbandona la poesia: «La squadra deve ritrovare le sue qualità. Deve avere la concentrazione giusta, stare sul pezzo un quelle che devono essere le scelte. Come altre volte ci è successo di perdere, poi siamo sempre ripartiti bene per dimostrare le nostre qualità. La classifica dice quali sono». Spalletti insiste nel dire che non è il momento dei bilanci: «Forse lo è per voi, per me non è così. Per me va fatta l’analisi di un’altra sconfitta. I bilanci si fanno alla fine e vedremo se il secondo posto è a rischio oppure no».