Qual è il reale significato della vittoria di ieri?
“La tranquillità della squadra. Lavorando nella Roma dove tutto ti arriva doppio, avere la possibilità e la consapevolezza di aver vinto contro una grandissima squadra e di avere tempo e tranquillità per sviluppare i nostri obiettivi, diventa tutto più facile. Adesso c’è un timbro di voce più normale, più rilassato. Le sconfitte ti creano tensione, nervosismo, dispiacere personale, nelle vittorie non sei mai felice, ma più rilassato”
Su Dzeko… “Oggi è giustamente preso di mira per quello che ha fatto. C’è differenza tra ieri e altre partite, ma differenza anche in quello che potrebbe fare e quello che ha fatto ieri. Con lui ho usato diversi metodi per smuoverlo, poi durante le riunioni, gli incontri personali e ora qualcosa si vede e va trattato per quello che lui evidenzia e le possibilità ci sono. Alcune volte non le usa appieno e abbiamo l’obbligo di evidenziare queste cose”
Ieri sera lo abbiamo visto anche falso nueve? “Questo rientra in quelle che sono le sue qualità. Lui è un calciatore completo. Lui può fare anche quello più di movimento. Questo fatto della punta alta e della punta bassa si usava anche al contrario. Gli manca solo un po’ di caratterere. Ormai si è detto e possiamo dirlo perché non gli facciamo del male, ma è una constatazione. Ogni tanto abbassa questo livello di cattiveria agonistica che poi è quella che nutre la prestazione. Bisogna farlo diventare più cattivo”
Invece su Juan Jesus e su Fazio? “Nella Roma non ci stanno quelli capitati per caso. Fazio secondo me è stato una bella trovata, perché il giocatore per la forza che ha, per il valore che ha, è stato un elemento che porta un grande vantaggio alla rosa. Lo abbiamo pagato poco, è uno straordinario atleta e ha fatto vedere di avere personalità. Un giocatore non può avere 10 partite per giocare nella Roma. La Roma ti dà 10 allenamenti e tu devi far vedere che quando ti butto dentro devi dare il fritto. Jesus? Ha fatto una straordinaria partita contro un grandissimo giocatore, ora lo possiamo dire perché non fa più parte di quelli (Candreva ex Lazio ndr). Sa scegliere la posizione, mettendosi in mezzo tra i difensori e poi in base di chi lo attacca sfrutta quello che sa fare di meno chi è il suo nemico al momento”
Jesus entra in un momento difficile della squadra? “Bisogna ringraziare il peso delle critiche che è segno di essere in una situazione importante. Dovremmo essere orgogliosi di portare questo peso”
Salah? “Ha questi strappi impetuosi di velocità e tecnica che ti squarta in due. Poi si arriva in fondo e… in fase difensiva è l’opposto dei vantaggi che ti può dare. In fase di palleggio ha bisogno di velocità, palla sui piedi di guarda in faccia e va dritto per dritto e ti fa un buco nello stomaco. In fase difensiva hai il vantaggio se tu hai ucciso qualcuno oppure noi. Poi c’è il calcolo finale: quando hai l’occasione di fare gol, di far fare gol, di far un passaggio determinante e le sbagli tutte, che si fa? Si fanno questi strappi, poi c’è il resto della partita che la riempiono gli altri come è successo ieri e a me non sta bene. Se poi gli altri hanno qualità come quelli dell’Inter, la riempiono bene. Tu fai delle giocate che rimangono negli occhi della gente, poi se loro riempiono la partita, la vincono loro”
Ieri Sarri ha detto che la Juve fa un campionato a parte. Un giochino psicologico per motivare la squadra o una resa… “Non posso commentare, conosco bene Sarri, è una persona intelligente e se dice una cosa ha un suo fine, rischieremmo di dare alle sue parole un fine sbagliato. In generale la Juve è quello che ci aspettavamo, sono stati bravi a sfruttare il massimo che gli hanno concesso, hanno portato a casa il risultato anche quando la squadra non ha funzionato. Hanno una grande squadra e hanno una grande mentalità. Noi siamo al 60%. Magari anche al 70 o alll’80, ma è meglio per i calciatori che ci sentono dire che siamo al 60%, dobbiamo fare ancora di più (ride, ndr)”
La sosta arriva al momento giusto? “Abbiamo situazioni che in parte abbiamo rimesso a posto ieri, per altre bisogna lavorarci e bisogna andare avanti sul sistema usato nelle ultime settimane, usando più tempo per andare più in profondità e magari avere qualcuno in meno con cui parlare, di modo che c’è più attenzione, più dialogo e più presa di coscienza”.