“E’ una pagina sempre più scarsa. Florenzi prosegue il recupero, Vermaelen ha questo risentimento al soleo ed è rischioso, quindi rimarrà fuori. Totti ha quest’infiammazione, oggi farà lavoro differenziato a parte per valutare se parteciperà alla trasferta oppure no”.
(Calicchia) Cosa la preoccupa del Genoa che ha cambiato tanto? “Quando andiamo a giocare una partita, si prende e si guardano le altre gare degli avversari. In tutti i casi si guardano quelle contro le squadre più forti. Se vai a vedere le partite contro Juventus, Milan e Fiorentina hanno fatto vedere di essere una squadra forte. Sono bravi a modellarsi in base all’avversario. Questo è un modo di giocare che stimola i tifosi del Genoa. Fanno una sorta di marcatura a uomo, di battaglia individuale dentro le partite, di contrasto. Si riescono a stimolare, il pubblico partecipa. Quella è la maggiore insidia. Poi giocano un bel calcio. Hanno quest’impatto fisico che viene messo in risalto”.
(Paesano) In Italia vuole essere introdotto il “boxing-day”; lei cosa ne pensa? “Non penso sia una questione di calendario, ma più di stadi, di come sono gli impianti. L’insufficienza di conforto di partecipare alle partite. Prima di tutto in Italia dobbiamo fare gli stadi, bisogna creare disponibilità per farli. Le famiglie vogliono andare allo stadio, tante vengono a Trigoria per partecipare. Abbiamo l’occasione di essere gestiti dagli americani, sulla spettacolarità ci insegnano e ci danno qualcosa. Dobbiamo rispettare il sacrificio delle famiglie che vogliono venire allo stadio. Gli vogliamo far trovare uno stadio dove si possa godere dello spettacolo del calcio. Se la vedono a casa attraverso la tv ed è uguale, ma se un giapponese accende la tv e c’è una partita inglese e una italiana, stai tranquillo che guarda quella inglese. La passione degli sportivi e del pubblico che vive lo stadio inglese manda un messaggio che arriva fino sul divano del giapponese. Il calcio italiano con gli stadi sarà scelto ancora di più in funzione della partecipazione degli sportivi negli stadi. Le persone che mettono da parte i soldi per pagare un biglietto che costa caro meritano rispetto. Dobbiamo fare gli stadi. Se fa lo stadio la Roma sono contenti anche gli altri, anche quelli della Lazio. Bisogna fare gli stadi, per primo quello della Roma”.
(Mangiante) Fuori dal bollettino non ha detto di Manolas, come sta? “Manolas non ha il 100% delle possibilità. Sarà una valutazione mia se va bene o meno per Genoa. Valuterò io, ma al momento non ci sono problemi fisici”.
(Maida) Ha detto che chi partirà dovrà essere sostituito. Ha paura di perdere qualcuno dei big? “Sembra di essere a Porta Portese, si dice di tutto. Un giorno si dice che si hanno soldi, altri giorni si dice che bisogna vendere un big. Bisogna fare chiarezza per rispettare gli sportivi della Roma, che vengono coinvolti sentimentalmente in base a quello che esce. Per quello che mi riguarda il mercato poteva anche non esserci perché questa è la squadra che ho scelto. E’ una squadra forte, con ambizioni, che mi sta bene com’è. Salah è dovuto partire e Iturbe è andato via per giocare, quindi bisogna saper sopperire. Massara sta valutando quello che c’è sul mercato. Noi non siamo nelle condizioni di dire ‘prendo questo o quest’altro’. Bisogna fare valutazioni su dove ci si può inserire. Abbiamo una squadra forte che per essere migliorata dovrebbe prendere giocatori su cui investire somme che non possiamo investire. I nomi che fate sono corretti, sono quelli lì. E’ giusto quello che è stato detto oggi, quello su cui si sta direzionando l’attenzione è Feghouli, ma ci vuole ancora tempo, stanno parlando. Gli altri? Erano ipotesi che si sono un po’ raffreddate. Ma è per rimpiazzare un giocatore. Rafforzare una squadra vuol dire andare a comprare un giocatore che vuoi. Poi puoi essere bravo a farlo anche in questa maniera. Con Iturbe il Torino si è sicuramente rafforzato, quella è un’abilità e una coincidenza di alcuni fattori. Questi giocatori sanno che io mi fido di loro, che la società si fida di loro, che debbono giocare sulle proprie forze e sul proprio numero. E’ vero, in alcuni reparti non siamo tantissimi, fino ad ora sono stati bravi a sopperire. Ci sarà un periodo in cui si giocherà ogni 3 giorni, quello ti richiamerà all’essere a posto dal punto di vista numerico. Dal punto di vista di forza di squadra è quasi impossibile metterci qualcosa perché noi siamo già forti”.
(Valdiserri) Secondo lei Juve e Napoli si sono rinforzati con Rincon e Pavoletti? “Son due giocatori fortissimi. Rincon piaceva anche a noi, si sono rafforzati oltre ad essere già squadra fortissime, di pari livello come la Roma. Noi siamo forti, loro sono altrettanto forti e hanno portato a casa un giocatore in più. Il valore si vedrà quando si giocherà tanto, perché gli 11 sono già forti senza aver bisogno di metterne uno in più dentro. Nel giocare tante partite diventa un qualcosa in più avere un altro titolare o il dubbio di scegliere a disposizione”.
(Cecchini) Dopo un anno che ha incontrato a Miami Pallotta, le cose sono andate come voleva che andassero e che ha progettato con il Presidente? “Non ho mai richiesto mai niente. Non mi piaceva dove stava andando la Roma, quelli che erano i modi di fare dentro le partite di calciatori forti così. Mi dispiaceva, è stata più una questione di attenzione verso quello che è stato il mio passato nella Roma. Ricostruire il valore dei giocatori forti e che non davano quello che dovevano dare, le soddisfazioni al pubblico della Roma dal punto di vista di rendimento di partite. Non era bello vedere la Roma in quel momento lì. Sono tornato perché mi sembrava una squadra forte, sono contento di essere ritornato. Non ho da chiedere niente. In questo campionato la squadra ha consolidato la sua forza, lo sta facendo vedere. Io non ho chiesto nessuno e non ho chiesto di cedere nessuno. Non voglio che mi vengano fatte promesse di nessun genere. Trovo chiaro il messaggio di Gandini nei miei confronti, ovvero che la società si aspetta di vincere. Per poter continuare a meritare questa società bisogna vincere. La squadra deve sapere che il forte deve dare il massimo per raggiungere il massimo obiettivo. È in sintonia con quello che ho sempre detto: se non vinco devo far posto ad un altro. I giocatori sono forti, lo dicono anche loro e io sono d’accordo. Non dobbiamo scendere al di sotto del nostro massimo. Voi ci dite che la Roma deve vincere perché è forte, io dico che sono tornato perché la squadra è forte, la società dice che qui c’è tutto per vincere… ora bisogna farlo vedere, non c’è alternativa”.
(Cecchini) Se si aprisse la possibilità lei andrebbe alla Juventus? “Che domandina facile… Mi coglie di sorpresa. Io faccio questo lavoro, ci poteva mettere anche Fiorentina, Inter e Milan. Se continuerò ad allenare, io vado da tutte le parti”.
(Spalletti) Vorrei fare un’acquisto da fare sul calciomercato… “Il pubblico. I calciatori bravi si sostituiscono, loro sarebbero il migliore acquisto che io comprerei in questo calciomercato”.
A Genova ci sarà un ambiente caldo. Lei diceva che si aspetta una squadra fisica. Sta pensando a una Roma con più fisicità. Ritorna Rizzoli; nell’ultima partita non andò bene? “La formazione più o meno è quella, ci sono un paio di dubbi ma quella è. E’ una formazione di sostanza che ha raggiunto un livello di qualità importante, è ripartita bene dopo quella sconfitta. Abbiamo evidenziato una certezza di squadra forte. Questa deve diventare la nostra base, bisogna riuscire a costruirci sopra. Bisogna essere bravi a saper scegliere. Abbiamo uno strumento, ovvero le riunioni che facciamo con la FIGC e con l’AIA dove loro cercano di spiegare quello che è successo nel precedente pezzo del campionato. In quella riunione io ho trovato tutte le spiegazioni e le risposte che cercavo, io sono a posto. Abbiamo molti internazionali anche domani, c’è assoluta attenzione nei nostri confronti. Sono contento che ci siano questi arbitri.”.
(Parisi) Brunoi Peres non ha ancora dato il massimo. C’è Stato un colloquio con il giocatore per invogliarlo, per spronarlo? “E’ un grande calciatore, come ruolo preciso lo mettiamo più a suo agio se lo facciamo giocare da quinto, quando ha libertà di attaccare senza essere condizionato dalla fase difensiva. In quello probabilmente non è forte come Ruediger, però poi ha altre qualità. A me sembra che stia facendo bene. Chiaramente quando commetti una leggerezza che ti determina un gol a sfavore, ci poni gli occhi ed è quello che fa il voto della partita. Se poi si pensano alle altre componenti di quello che bisogna andare a considerare nell’analisi, si vede che lui è sufficiente in tutte le altre cose. Lì ha sbagliato, ma nel secondo tempo ha fatto bene. Fa parte di quella squadra forte di cui parlavo prima, è un giocatore forte”.
(Sonnino) Le parole di Tavecchio su la cultura che ha la Juventus e che non ha la Roma? Per avere la cultura della vittoria bisogna vincere, noi non lo facciamo da anni quindi non è che abbia sbagliato tantissimo. Non avendo vinto non siamo dentro la possibilità di quella situazione. Noi stiamo lavorando bene, abbiamo una società che investe nelle strutture, abbiamo una società attenta sul mercato. Se si dice di vincere e basta senza dire di crescere, si va subito a fare la cosa usa e getta per arrivare all’obiettivo, senza creare la sostanza. I cinesi? Ti vuoi confrontare con loro sulle possibilità di spesa? No. Una volta bisognava andare nella squadra importante per guadagnare tanti soldi, ora c’è la scorciatoia cinese. Per sopperire a questo fatto, a un confronto finanziario che stanno proponendo loro, c’è da far crescere qualche giovane e lavorare sulla prospettiva. Ho sentito dire che stanno mettendo delle regole, la trovo una strada giusta. Le regole sono sempre importanti. Ci sono situazioni in cui è più facile la possibilità di crescere oppure no. In questo caso è più difficile, però siamo tutti d’accordo: noi dobbiamo vinceree basta. Punto”.
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