Se i numeri hanno davvero un’anima, comunque vada questa stagione è destinata a restare nella storia. A prescindere da coppe, titoli o vittorie. Le quali, ovviamente, darebbero proprio a quei numeri lì un contorno molto più aureo ed elegante. Nobilitandoli. Allo stato attuale, però, la stagione di Luciano Spalletti è di quelle da incorniciare e se non ha il giusto riscontro è solo perché la Roma davanti ha una squadra (la Juventus) capace di fare ancora meglio. Perché un anno fa i bianconeri erano primi a 58, e si sono migliorati di 8 punti.
MEGLIO DI SE STESSO – Con la vittoria di San Siro la Roma oggi vola a quota 59. Spalletti dopo 26 giornate non si era mai issato fin lassù nella sua prima avventura romanista, arrivandone a collezionare di punti al massimo 56 nel 2006/07 (51 la stagione prima, 52 quella dopo, addirittura solo 44 nel 2008/09). Insomma, il tecnico giallorosso è andato anche oltre se stesso, soprattutto grazie alle 7 vittorie ottenute nelle 8 partite del 2017 (con la sola eccezione della sconfitta in casa della Sampdoria). E ora, sabato contro il Napoli, punta a superare anche un altro mini traguardo, quello dei 61 punti in 27 partite della Roma di Rudi Garcia.
Quella stagione era il 2013/14, quella delle dieci vittorie iniziali consecutive, ed alla 27a di campionato la Roma era già scivolata a 9 dalla Juventus. Oggi Spalletti è un po’ più su, a 7. E vincendo sabato scavalcherebbe Garcia in questa corsa a distanza verso il traguardo finale. Già, proprio dove il francese arrivò a quota 85, segnando il record di sempre dei campionati alla Roma. Se Spalletti mantenesse il ritmo attuale (2,27 punti a partita) andrebbe anche un po’ più in là, fino a quota 86, strappando a Garcia il record di sempre.
GOL E BORSA – È chiaro, però, che poi a Spalletti interessa altro e cioè provare a vincere qualcosa. Lo dice sempre, lo ripete a tutti in qualsiasi circostanza, è un po’ il mantra a cui ha anche legato il possibile rinnovo del suo contratto. Ma i trofei si alzano vincendo e allora i numeri hanno un senso, un dolce perché. Proprio come le reti, visto che la sua Roma – che ieri ha guadagnato il 7,8% in Borsa per via del nuovo stadio – è di fatto una macchina da reti che in questa stagione viaggia velocissima, praticamente un Frecciarossa del gol: 2,21 di media a partita, con le 84 reti stagionali (tra campionato e coppe) nelle 38 partite fin qui già giocate. Nessun club italiano viaggia alla stessa velocità, sintomo di una intensa vitalità. E di una qualità di un gioco sempre proteso ad offendere.
A TRIGORIA – Insomma, lo Spalletti 2.0 sembra una collezione di record. La squadra gioca e vince, anche se ancora non riesce ad essere premiata come vorrebbe. All’orizzonte, però, ci sono tutti e tre i traguardi di inizio stagione ed allora il tecnico spera di centrarne almeno uno, per rendere merito ad un calcio così bello. È il lato pratico di quello estetico, la vittoria come conseguenza del gioco. Per una volta, però, siamo certi che Spalletti rinuncerebbe anche alla prestazione pur di tornare a vivere la gioia di una vittoria, di un trofeo da alzare. Domani, intanto, c’è il derby. Esterno, come gli ultimi due da quando è tornato a Trigoria. Finiti entrambi con un bel sorriso, chissà che non sia di buon auspicio. Spalletti ci crede, anche perché Emerson è recuperato e tornerà al suo posto di esterno sinistro e Alisson gli fa dormire sonni tranquilli nell’alternanza dei portieri.