Le vittorie non bastano per cancellare i fantasmi del passato. Spalletti evita l’argomento rinnovo spostando l’attenzione su Totti, uno di quelli finiti nel limbo delle situazioni che la società sarà costretta a riprendere entro il termine della stagione. Il tecnico lascia ancora il vuoto intorno alle domande che ruotano intorno al suo futuro tirando in ballo quello del capitano. Non per caso: «Sono convinto che Totti debba rinnovare e soprattutto se ha voglia di continuare un altro anno e giusto che la societa lo accontenti. Il suo rinnovo deve essere naturale, come è naturale il boato del pubblico quando si alza dalla panchina. Viene tutto da sé».
L’intenzione di nominare più volte il numero 10 durante le tante interviste nel post gara sembra infatti riaprire una ferita che dal finale della scorsa stagione non si è mai rimarginata del tutto. Soprattutto nella gestione del capitano negli ultimi minuti di gara. Il discorso di Spalletti però ha margini più ampi, che toccano tutti i tasti dei fattori negativi avvertiti dall’allenatore dopo il suo ritorno nella capitale. Anzi, con forza viene ribadito il rischio di ciò che potrebbe accadere: «Con Totti da solo vi assicuro che non vincete, ce ne vorrebbero 20 come lui. Bisogna averne 17 o 18 di giocatori in questo periodo, se ne abbiamo soltanto 11-12 allora andiamo fuori da tutte le competizioni. A Trigoria non bisogna calpestare le aiuole, ma innaffiarle altrimenti qualcuno reagisce». Poi il monito: «Se lo fanno smettere vado via anche se vinco. Io non sono mai stato contro di lui, siete voi della stampa che mi avete messo contro di lui. Vi giuro che anche se vinco il triplete e lui non firma, allora non firmo neanche io». Ieri Totti si e alzato dalla panchina all’80’, poi è rimasto un po’ a bordocampo perché il pallone non usciva. A quel punto sarebbe partita una battuta del capitano, ma col sorriso.
Tanta tensione di Spalletti, insomma, non è certo nata ieri. Frasi che hanno sorpreso la società più sulla tempistica (dopo una settimana di successi tra Europa e campionato), che sui pensieri mai nascosti dell’allenatore toscano, rimasto ancora lontano dall’idea di firmare il rinnovo prima del termine della stagione. A Trigoria infatti si è deciso di aspettare almeno fino a maggio, quando dovrà arrivare una risposta precisa, in un senso o nell’altro. Difficilmente però i risultati della squadra (anche in caso di successo in una della competizioni) influiranno sulle scelte di Spalletti, tuttora ancorato ai fastidi ambientali (anche legati agli attriti andati in scena con Totti lo scorso anno) che finora non è mai riuscito a digerire. Il capitano non ha replicato alle parole dell’allenatore e ha lasciato lo stadio dopo essersi sottoposto all’antidoping. Ancora col sorriso, ma non aveva ancora ascoltato lo sfogo inatteso di Spalletti.