«Non so quanti rigori hanno avuto a favore Inter e Napoli, ma mi sembra sia stato fatto un lavoro certosino per aiutare la classe arbitrale su ciò di cui non sono contenti in questo periodo. Non ho capito se Pioli e Sarri si riferiscono al fatto che hanno avuto pochi rigori o a quanti ne abbiamo avuti noi… Dicono che certi numeri si compensano, vedremo in futuro.
Una cosa, invece, la so per certo: lo scorso campionato, nelle 19 partite in cui sono stato in panchina, la Roma ha avuto solo un rigore, al terzo fallo di mano netto di quella partita (Roma-Torino 3-2, ndr). Eppure non ho fatto paragoni con i rigori degli altri e nessuno della mia società ha mai chiesto nulla. Loro sono bravi e devono accettare qualche handicap, gli allenatori forti fanno in questa maniera. Altrimenti noi più deboli come possiamo colmare la differenza?». No, a Luciano Spalletti non è piaciuto il riferimento di Stefano Pioli sulla differenza dei rigori concessi in questo campionato: 11-2 per i giallorossi.
Il tecnico conosce il peso delle pressioni e la capacità italica di mandare messaggi subliminali. In più c’è un’Inter in grande forma, che ha vinto 9 delle ultime 10 partite ma che nelle 13 gare dell’era Pioli ha guadagnato solo un punto sulla Roma: «Era già una squadra forte e adesso ha trovato gli equilibri giusti. Pioli è un allenatore capace, che sa parlare di tattica e convincere i giocatori. Ha trovato le misure in campo e ha cambiato modulo: gioca con due trequartisti dietro la prima punta e con tre centrali difensivi. Gli mancherà Miranda, che è forte, ma ha tante soluzioni interne. Sarà una partita aggressiva, vediamo chi sarà più bravo a sfruttare le occasioni lasciate all’avversario».
Dopo il largo turnover in Europa League, contro il Villarreal, torna la formazione titolare: «Se vediamo tutte queste partite insieme (Inter, Lazio in Coppa Italia, Napoli e Lione in Europa League, ndr) potrebbe sembrare un’impresa impossibile. Proviamo allora a “smucchiarle”; si pensa a una gara per volta, giocandole con l’acceleratore a tavoletta e analizzandole solo alla fine. Sono tante e fondamentali. Non cadremo nel tranello di dividerle in facili e difficili». Significa: difesa a Manolas-Fazio-Ruediger; De Rossi e Strootman a centrocampo, con Peres e Palmieri sulle fasce; Nainggolan e Salah trequartisti dietro Dzeko.