Spalletti prende le distanze dalla Roma. Dalle parole del tecnico toscano si percepisce che la sua conferma è un’ipotesi sempre più remota. Spalletti è concentrato sui prossimi impegni della squadra giallorossa, sulla semifinale di Coppa Italia con la Lazio, ma ribadisce con fermezza le condizioni necessarie alla sua permanenza nella Capitale. «Io se non vinco non rimango. E vincere vuole dire conquistare un titolo. Il mio discorso è sempre stato questo da quando sono tornato, da un anno e mezzo a questa parte. Con Pallotta a cena abbiamo parlato di tante cose. È stata l’occasione per dirgli di persona il mio pensiero, che è sempre stato lo stesso da quando sono qui. Quello che mi ha risposto va chiesto a lui perché non sono uno spione». Spalletti è caustico, punge ancora i giornalisti e preferisce non commentare la presenza di Franco Baldini alla cena con gli stati generali della Roma, presenza voluta da Pallotta per cercare di convincere il corregionale a restare. «Parlare ancora di questo è un modo di deviare l’attenzione che ci deve essere nella squadra e io non partecipo. Non decido l’organigramma della Roma, lo decide Pallotta. Mi interessa la partita con l’Empoli. Andare a parlare dell’organizzazione societaria vuol dire parlare di altro. Niente deviazioni, dritti verso i prossimi impegni».
VADO AL SAN PAOLO – L’impegno di stasera all’Olimpico sarà seguito da quello di martedì in Coppa Italia con la Lazio, la rimonta è un’impresa disperata, ma Spalletti vuole provarci per non dover vedere svanire il secondo traguardo stagionale. «Il modo migliore per preparare il derby è vincere con l’Empoli. Per chi farò il tifo tra Napoli e Juventus? Non gufo nessuno, penso alla mia squadra. Sarà una partita che guarderò attentamente, me la gusterò perché sarà sicuramente uno spettacolo di grande livello, con grandi campioni in campo. E se posso andrò al San Paolo». Anche quando viene sollecitato su discorsi futuri e l’imminente arrivo di Monchi, Spalletti si chiama fuori: «Di Monchi non so niente, non ne ho parlato con la società, il mio direttore sportivo è Massara. Bisogna avere rispetto per chi ha lavorato bene come lui. Ho avuto due direttori: Sabatini, di cui ho parlato più di una volta e si conosce il mio pensiero, ma Massara è altrettanto di qualità, è una persona squisita: sta vicino, capisce i momenti, capisce di calcio e di calciatori e secondo me disperdere la sua conoscenza sarebbe un peccato per la Roma. Di Monchi ne ho sentito parlare, mi dicono che sia un grande professionista, ma poi l’ho letto soprattutto sui giornali. Queste sono cose future, per noi invece la priorità è la gara con l’Empoli». Il secondo posto non basta per rendere automatica la conferma. Anche se in queste due stagioni Spalletti ha diminuito il gap dalla Juve: «Secondo me quando si guardano i percorsi fatti gli si possono dare le valutazioni che si vuole e il percorso dice che tragitto è stato fatto e quanta strada è stata fatta. Il mio è sempre stato quel discorso lì, se non vinco non resto. Fare tanti punti sarebbe comunque positivo».
BENTORNATI TIFOSI – Applaude il ritorno dei tifosi nel derby, dopo la rimozione delle barriere: «Mi dicono che i sostenitori della Curva hanno deciso di entrare. Spero di non leggere offese se rifaccio riferimento come l’ultima volta alla Curva e spero di essere più preciso possibile. Ogni qual volta il gioco sarà fermo mi girerò verso la Sud perché mi è mancata in questo periodo e me la voglio gustare in questa partita che ci sarà martedì».