Per la Roma si avvicina il match con il Crotone. Luciano Spalletti, allenatore giallorosso, si presenta in conferenza stampa per rispondere alle domande dei giornalisti alla vigilia della sfida contro i calabresi.
“Florenzi continua il lavoro. Francesco ha avuto un problema intestinale, quindi non parte”.
Con il ritorno di Salah si può rivedere vedere la difesa a 4?
“C’era ugualmente anche senza di lui. Dipende dallo scorrimento della gara. È un vantaggio poter cambiare ma anche giocare allo stesso modo perché hai dei riferimenti. Bisogna anche esser pronti ad usare la qualità e l’intelligenza dei giocatori”.
Il Crotone è una squadra difficile?
“Il Crotone ha fatto bene con più squadre non solo con la Juventus. Nicola ha tenuta sveglia la sua squadra. Noi dobbiamo essere una squadra forte che sa quello che deve mettere per vincere la partita senza pensare alla forza dell’avversario. Se non facciamo risultato contro il Crotone e come se perdiamo punti con Napoli e Juventus”.
Febbraio mese difficile…
“La squadra ha ritrovato dei calciatori che ci permettono dei cambi. Sono sicuro che manterremo lo stesso rendimento anche cambiando qualche giocatore. Il numero deve essere fatto di grandissima qualità”.
Nainggolan?
“Dal punto di vista mio è evidente quello che lui fa sul campo. Il temperamento e la garra è sotto gli occhi di tutti. Il suo comportamento è sempre giusto, non due bischerate che si dicono così. La disponibilità di un ragazzo, lui si ferma a parlare, ma interessa solo quello che ha detto. Poi lui dice due bischerate a due ragazzi, che l’hanno anche manipolato. Si vuol fare apparire sciacallo anche chi le usa. Il ragazzo è pulito. A me rimane questa immagine e anche nello spogliatoio. La mia squadra l’ha protetto. Situazione normalissima per noi, perché sappiamo la volontà di far male di qualcuno”.
Qual è il suo obiettivo minimo?
“Il mio obiettivo è mandare un messaggio forte di vittoria per questa squadra. Lavorare sempre al massimo e trasferire la mia ossessione alla squadra. Quello che ha detto De Rossi lo devo ribaltare: sono io che non devo farmi scappare la Roma. Io devo meritarmi la Roma e serve vincere”.
Risultato sportivo minimo?
“Far vedere che siamo sempre un marchio. Arriva la lupa pronta a sbranare qualsiasi cosa ci sia davanti, quello è il marchio e la cosa che ci interessa”.
Come si spiega che un giocatore come Nainggolan che fa questo tipo di vita spesso sia il migliore in campo?
“Perché che vita conduce? Mi chiamate Radja che voglio farlo parlare con la giornalista. (La giornalista replica dicendo che il video è girato di sera, di fronte a un locale mentre fuma, ndr). Si ma non è un problema. Spesso è il migliore in campo perché fa una vita regolarissima, la fa meglio di tutti. Quella sera era una di quelle che concedo libere durante la settimana. Dipende dalle partite. Ognuno le consuma come vuole. Poi ci sono delle regole interne e parlano del rispetto fra di noi, lui è corretto come tutti. Se vuoi vedere la vita corretta, andiamo a vedere un paio di settimane d’allenamento in Russia e ti accorgi poi che sono abituati ad andare più forte. Sanno alternare il momento. Probabilmente Radja trova l’equilibrio nell’andare forte sempre. C’è chi mangia pochino, beve pochino, da pochi baci. Altri invece corrono molto, mangiano molto, danno molti baci, e hanno il loro equilibrio lo stesso. Lui è di questi”.
Un derby in notturna dopo 4 anni. Segnale positivo? Nura?
“Lui prosegue con la riabilitazione e ora si sta allenando abbastanza bene. Hai fatto bene a non farci dimenticare di niente. Per il derby è una fiducia che ci danno e dobbiamo sfruttarla. Ho sentito Gabrielli e ha ragione, dobbiamo comportarci bene, fare le cose corrette per far venire sempre più gente. Io una volta ero con i calciatori ed esponevo le regole. Uno mi disse «Mister se vuole non mi faccia giocare ma io tengo il cellulare acceso finché mia moglie e i miei figli non sono seduti dentro lo stadio». Questo clima di tensione fuori lo è anche per i calciatori, che non fanno venire le mogli per paura. E questo era il capitano della squadra. È giusto così, non ci deve essere quel clima di terrore. Si deve alzare il livello di sentimento per il divertimento. I calciatori sono coinvolti. Stadi nuovi per le famiglie. Dove sono più bravi, bisogna saper imparare”.
A che punto è lo stile Roma?
“Io mi sento a mio agio qui, quando alleno e quando vado via la sera. Io vengo presto e vado via tardi. Vedo molte situazioni, non comando su niente ma controllo tutte le situazioni. C’è un presidente che vuole creare cose per andare avanti nel migliore dei modi. Il dietro le quinte è di qualità, arrivano sempre prima. Sono cresciuti dei giocatori. Noi siamo sempre abituati a Totti, dobbiamo lavorare per averne più di uno come lui. Dzeko è vicino ad essere come lui, Strootman anche, De Rossi c’è. Fazio si sta avvicinando. Rudiger è giovane ma si impegna al massimo. Io non voglio cambiare nessuno, ma dobbiamo cambiare la mentalità. Facciamo vedere a quelli che arrivano il nostro livello, dove vogliamo arrivare”.