Un’altra piccola grande gemma, un altro piccolo grande capolavoro. A modo suo, con le sue scelte e le sue intuizioni. Così ieri Luciano Spalletti la partita la vince mettendo dentro un centrale in più, Juan Jesus, dirottato a fare l’esterno (quasi) a tuttafascia al posto di Emerson (bloccato da un guaio muscolare), seppur più bloccato di Peres. E quando tutti pensavano che si potesse tornare di colpo al 4-2-3-1, Spalletti ha scelto di non cambiare. Vincendo.
SUPER JESUS – «Jesus ha fatto una partita straordinaria – dice il tecnico –. Ha giocato per controllare Candreva, ma mi serviva anche che non spingesse per non intasare la zona. Lì Nainggolan doveva portare fuori Murillo per lasciare l’uno contro uno a Dzeko su Medel. È andata bene così».
LE MOSSE – Poi, però, il discorso scivola sui rigori. Su quello mancato di Strootman su Eder e quello concesso di Medel su Dzeko. «È una settimana che sento questi discorsi, l’Inter ha fatto un lavoro certosino per evidenziare le cose di cui non è contenta. Ma se si parla della differenza dei rigori ci si arrampica e si manca di rispetto ai miei ragazzi, che hanno vinto meritatamente la partita – continua Spalletti –. L’Inter è una grande squadra, ma noi non abbiamo rubato nulla. Questo è il cappello, poi si può entrare nella testa e analizzare la partita». Come le scelte di Pioli, per esempio. «Ma lui è uno coerente, vuole vincere le partite. Con questo modulo ha messo in difficoltà la Juve e in alcuni momenti anche noi. E sapevamo che Perisic avrebbe potuto giocare a tuttafascia, lo ha fatto anche con il Wolfsburg».
I SINGOLI E IL RINNOVO – Poi Spalletti va sui singoli, cominciando da Nainggolan: «Radja è questo, è un animale che trova il massimo godimento nella partita. Da quando è con me ha imparato a capire che deve andare fino in fondo in queste partite qui, senza accontentarsi. È fortissimo. Fazio? Ha personalità, la palla non gli brucia mai. Sembra un gigante che non arriva e invece arriva sempre». Chiusura sul suo rinnovo, a parlarne è il d.g. Baldissoni: «L’allenatore ne ha già parlato, dimostrando di non gradire il discorso. Ha fissato un obiettivo di squadra, la capacità di vincere. A Roma c’è un’isteria per l’ansia da vittoria. C’è tempo, diciamo che non ci sentiremmo né più né meno sicuri con il suo rinnovo».