Lei ha sempre creduto in Dzeko…
“Se un allenatore potesse creare al computer il prototipo di un attaccante, lo farebbe identico a Dzeko. Lui è il prototipo perfetto: forte, alto, veloce per la sua taglia, combattivo, aggressivo e dotato di buona tecnica. Tuttavia manca ancora di cattiveria in fase realizzativa e deve dimostrare queste caratteristiche in campo. Ha tutto per far bene, ma a volte non mostra le sue doti. Una partita di calcio è come la vita: ci sono dei momenti in cui bisogna afferrare le oppurtunità che ci capitano con entrambe le mani”.
Dzeko nonostante la scorsa stagione non brillante ha deciso di rimanere… “Il suo atteggiamento è stato fondamentale per me. Ho apprezzato molto il fatto che sia voluto rimanere alla Roma per dimostrare il proprio valore. Quando gli parlai, gli dissi che fosse un attaccante perfetto, ma che non giocava bene; mi disse che fosse a conoscenza di ciò e che volesse rimanere per dare il meglio di sé. Non mento mai ai miei giocatori, dico sempre loro ciò che penso, ma Edin è stato onesto con me. La sua risposta fu quello che volevo sentire. I compagni di squadra lo hanno accettato come un membro della famiglia. De Rossi ha più volte festeggiato con vigore i gol di Dzeko. Mi ha detto che lo ha fatto per far capire ai tifosi quanto sia importante Dzeko per la squadra. Edin è una grande persona, un uomo buono. Ha un alto valore umano”.
Arrabbiato per il passaggio di Pjanic alla Juventus? “La mia squadra è migliore di Pjanic, tutta, compresi magazzinieri. Non sono arrabbiato con lui, ma sono l’allenatore della Roma e tutti quelli che giocano con la Roma sono migliori di lui. Pjanic è un top player, un campione, ma ora gioca per un’altra squadra e, per me, i miei giocatori sono i migliori del mondo”.
Come si fa a rimanere in forma come lei? “Avere sulle 24 ore giornaliere un’ora di follia, se per un’ora riesci a non comandare la tua persona allora ci riesci”.