Fede, disse una volta Dino Risi, è andare allo stadio quando puoi vedere la partita in televisione. Allora sì, abbiamo riacquistato la fede perduta. Nonostante gli anni neri del nostro calcio, la partita di pallone è di nuovo una delle occupazioni più amate dagli italiani. A certificarlo i numeri dell’Osservatorio Calcio Italiano, piattaforma indipendente: rispetto al dato finale della scorsa stagione, l’incremento di presenze allo stadio è pari al 10,1%. È il trend di crescita più alto degli ultimi cinque anni. Un dato che si lega anche alla percentuale di riempimento degli impianti: 64,6% dei posti a disposizione. Un dato che farebbe arrossire rispetto al 91% della Bundesliga e al 90 della Premier League, però ottimo se confrontato ai trascorsi recenti della A. Nel 2016-2017 la percentuale era stata del 57 e solo nel 2015-2016 aveva superato il 60.
A trainare sono le milanesi. L’Inter porta in media oltre 57mila spettatori, il Milan 53mila, con un netto aumento del 31%. Un tesoretto di presenze legato al mercato estivo, frustrato nel caso dei rossoneri dai risultati sul campo. Dalla Lega di A la spiegano così: il numero di tifosi cresce di pari passo alle loro aspettative, segue i flussi del mercato estivo. Ma, anche, a influire sul dato c’è il grande equilibrio del campionato, come non accade in nessun altro dei grandi tornei europei. In più, ci sono l’allargamento a quattro squadre del perimetro Champions e la fine della tessera del tifoso, che ha reso più semplici le operazioni di acquisto del biglietto. Questo aspetto si collega anche al ritorno dei sostenitori della Roma (+15%). La giornata del 23 dicembre è stata una delle più “popolate”: 26mila spettatori di media. Ora si attende con curiosità il dato del prossimo turno, nel pieno delle festività. Non capitava da 29 anni.
Tra le piccole spicca il +8,8% del Cagliari, alla prima stagione nella Sardegna Arena. Il direttore generale Mario Passetti racconta così i tre anni di dirigenza Giulini: «Il primo obiettivo che ci siamo posti è stato quello di riportare i nostri tifosi a tifare Cagliari dal vivo dopo anni di pellegrinaggi in giro per gli stadi. Ci siamo interrogati e abbiamo capito che si poteva raggiungere dando allo stadio un significato più ampio, rendendolo collettore di iniziative, di sperimentazioni. Siamo ad esempio molto orgogliosi del progetto di bike parking, che premia con uno sconto i tifosi che si recano alla Sardegna Arena in bicicletta. Abbiamo agito con agevolazioni sulla fascia under 12, avevamo voglia di rivedere allo stadio le famiglie. E ci siamo riusciti. Ormai, comunque, è ineludibile il concetto di stadio di proprietà, il futuro passa dal possesso diretto dell’impianto. È l’unico sistema per riuscire a valorizzarne le sue potenzialità». Eppure due delle società con uno stadio di proprietà, Udinese e Sassuolo, sono tra le poche a registrare un trend negativo: friulani a -6%, neroverdi a -12%. Male anche il Torino, -8%. Resta solido il potere attrattivo della Juve: in sette degli otto terreni “avversi” in cui ha giocato, la Signora ha portato il record stagionale di presenze. Al suo fascino hanno resistito solo i genoani, più numerosi durante il derby contro la Samp. Tutte le tifoserie, eccetto quelle di Lazio, Verona e Chievo, hanno riempito gli stadi per più di metà della loro capienza. In testa c’è il Benevento, che riempie il Vigorito quasi al 100% delle sue possibilità, 12.863 spettatori di media, nonostante siano arrivate solo sconfitte, a parte l’impresa contro il Milan con gol di Brignoli. Se non è fede questa.