Dall’osservatorio privilegiato di Stamford Bridge, James Pallotta potrà uscire confortato grazie alle ultime notizie che riguardano il suo, di stadio. La Roma, o meglio la cosiddetta parte proponente, ha presentato regolarmente, entro la mezzanotte di ieri, le integrazioni al progetto richieste dalla conferenza dei servizi della Regione. Nella prima decade di novembre le novità saranno esaminate dalla prima riunione della conferenza, che dovrebbe andare avanti secondo i tempi stabiliti per esprimere il parere definitivo a gennaio.
IL NODO – Nelle integrazioni, secondo quanto si è appreso, non si parla minimamente del famigerato Ponte di Traiano, del costo di 93 milioni, la cui costruzione era stata oggetto di un recente dibattito politico. La Roma, rassicurata dai propri tecnici, ritiene che la riduzione delle cubature dell’intero complesso pattuita nell’incontro in Campidoglio dello scorso 24 febbraio non giustifichi la necessità di costruzione di un ulteriore ponte. Tra i proponenti, compreso il costruttore Luca Parnasi, si respira un ottimismo quasi totale: nessuno può immaginare un brusco stop del procedimento in una fase così avanzata
SCENARI – Le opzioni plausibili a questo punto sono due, escludendo intoppi di altro genere: 1) la conferenza dei servizi verifica che l’esigenza del ponte sia effettivamente venuta meno, e che basti il Ponte dei Congressi che verrà costruito secondo un percorso autonomo appena dopo lo stadio di Tor di Valle; 2) La Regione conferma la necessità del Ponte di Traiano, con conseguente apertura di un tavolo politico che studi un business plan di copertura finanziaria, di cui ovviamente Pallotta non vorrebbe occuparsi. A meno di non riavere cubature a compensazione. L’idea comune è di trovare una soluzione virtuosa: fermarsi sul più bello sarebbe un autogol incomprensibile.