Mentre la conferenza dei servizi lavora per arrivare a esprimere il suo parere definitivo sullo stadio della Roma entro il prossimo 28 dicembre, la Eurnova – società titolare del progetto – non ha ancora completato l’acquisto dei terreni e anzi ha ottenuto per i sei mesi appena trascorsi l’autorizzazione a interrompere i pagamenti da parte del curatore fallimentare che oggi gestisce l’area del vecchio ippodromo. Il paradosso emerge dal quarto rapporto semestrale stilato dal curatore incaricato di gestire la procedura fallimentare della Sais (la vecchia proprietaria dei terreni di Tor di Valle venduti alla Eurnova di Parnasi), e quindi di incassare i soldi dal costruttore romano. Nel documento che riporta la data del 10 ottobre scorso, lo stesso curatore ammette: «Dietro richiesta adeguatamente motivata da parte di Eurnova, la procedura fallimentare ha concesso una proroga di 6 mesi relativamente ai pagamenti dovuti nel periodo 01.04.2017 – 30.09.2017». E poi aggiunge: «I pagamenti sono quindi ripresi regolarmente. Sono anche stati incassati gli interessi concordati tra le parti». Una concessione che arriva dopo che lo stesso curatore aveva inviato il 19 aprile scorso (quindi alcuni giorni dopo la concessione della proroga) una mail agli avvocati della Sais assicurandoli del contrario. «Eurnova – si legge nella lettera – ha anche proposto il rinvio di un semestre dei suddetti pagamenti ma questa richiesta è stata respinta».
La decisione finale ha un doppio effetto: da un lato tiene ferma al palo anche Equitalia, titolare di una parte di quei denari in quanto creditrice della fallita Sais; dall’altro allunga ulteriormente i tempi del pagamento e quindi della chiusura della procedura fallimentare con il rischio che i costi delle consulenze legali possano lievitare giorno dopo giorno. Analizzando il rapporto riepilogativo redatto dal curatore, tra il 2014 e il 2017 il tribunale fallimentare di Roma ha stanziato oltre 400.000 euro per pagare le parcelle di professionisti esterni, nella quasi totalità avvocati. Tutto questo accade mentre la politica (Comune di Roma e Regione Lazio) e la città intera dibattono su un progetto da un miliardo di euro rispetto al quale uno dei suoi protagonisti, la Eurnova, non ha ancora risolto la questione primaria, ossia la proprietà del terreno. E infatti, oltre cinque anni dopo la firma del contratto di acquisto (era il 2012), l’azienda ha pagato poco più di 20 milioni di euro su un totale di 51 milioni e fino a ieri ha continuato a chiedere dilazioni dei pagamenti. Nel corso di questi anni, e in particolare dal 2015 (anno del passaggio della gestione nelle mani del tribunale) il contratto con la Eurnova è stato rimodulato, posticipando alcuni pagamenti al 2019 e prevedendo sconti, sull’Iva come sui tassi di interesse. Intanto i mesi passano e la prospettiva adesso è quella della chiusura della conferenza dei servizi e del lancio del grande progetto prima ancora che sia concluso l’iter di acquisto del terreno dove sorgerà lo stadio.