«Abbiamo migliorato la viabilità» è «prevista l’unificazione di via del Mare e via Ostiense nel tratto dal Gra al nodo Marconi», scrive Virginia Raggi, sindaco di Roma, sul proprio profilo Facebook lo scorso 6 giugno, all’approvazione, in Giunta, della nuova delibera di interesse pubblico sul progetto dello Stadio della Roma di Tor di Valle. Siamo andati a vedere le carte per capire come fosse possibile che con 200mila euro in meno di quelli che si spendeva, con la delibera Marino, per rifare poco più di metà della strada (38,6 milioni di euro per 3,8 km), ora si riesca a completare l’opera (38,4 milioni di euro per 6,8 km).
L’asse via Ostiense/via del Mare è lungo poco meno di 7 km da viale Marconi al Gra ed è annoverato fra le strade più pericolose d’Italia: le due arterie, via del Mare e via Ostiense, corrono in parallelo una all’altra ma a corsie alternate, una scende verso Ostia, una sale verso il centro, poi ancora una che scende e quindi una che sale. Vegetazione debordante, segnaletica sbiadita, buche a volontà, incroci a raso completano il quadro. Nel progetto «versione Marino» era previsto il rifacimento della strada con la sua unificazione dei 3,8 km che separano lo Stadio dal Raccordo per una spesa prevista in delibera di 38,6 milioni e salita a quasi 64 nel progetto definitivo. Per i restanti 3 km dallo Stadio a viale Marconi, erano genericamente previsti «interventi per la messa in sicurezza» non economicamente quantificati in Delibera ma stimati in 2,5 milioni di euro nelle tabelle del progetto 2016. Veniamo al progetto «versione Raggi». In delibera la vulgata pentastellata recita: «Unificazione della via del Mare e della via Ostiense nel tratto fra il Raccordo e Marconi per un importo stimato di 38,4 milioni di euro». A prima vista il risparmio è del 58% a chilometro rispetto alla «versione Marino» del progetto. Luca Montuori, assessore all’Urbanistica nella Giunta Raggi, spiega questo straordinario dimagrimento nei numeri affermando: «Dato che il business park si è ridotto di superficie, è stato guadagnato più spazio che ha consentito di ridurre il numero di cavalcavia e rotatorie e, quindi, riusciamo a completare tutto l’intervento con minori costi». Effettivamente, raffrontandole planimetrie del progetto Marino e di quello Raggi salta agli occhi immediatamente la scomparsa di tre rotatorie: nella versione 2016, per chi veniva dal Raccordo andando in direzione Stadio-centro, si incrociavano ben tre rotatorie: la prima in corrispondenza della strada che, costeggiando il depuratore, portava verso i parcheggi e poi verso il Ponte di Traiano; la seconda, subito dopo passate le tre torri di Libeskind: e l’ultima, in prossimità del punto in cui il Fosso del Vallerano si getta nel Tevere. Il tutto era progettato con un consistente numero di viadotti e cavalcavia.
Dal progetto «Marino 2016», poi, si prevedeva in modo non chiaro una generica «messa in sicurezza» del resto della strada fino a viale Marconi spiegata, a parole dai tecnici, con un intervento di rifacimento dell’asfalto, nuova segnaletica e una decisa potatura delle alberature laterali e forse con l’unificazione dei sensi di marcia. Nel nuovo progetto, la versione «Raggi 2017», invece, il disegno della strada viene notevolmente semplificato: nel tratto dal Raccordo allo Stadio, al posto delle rotatorie vengono inseriti i classici svincoli, le strade vengono di fatto «smontate» e rifatte del tutto con quattro corsie a scendere verso Ostia e tre a salire verso il centro, più una complanare a servizio dello stadio e della viabilità locale. Dallo Stadio a Marconi, invece, viene costruito un nuovo ponte sul Fosso del Vallerano ma, a parte un breve tratto di circa 300 metri, per il resto avremo esattamente l’attuale via Ostiense e via del Mare. Semplicemente l’Ostiense sarà percorribile solo in direzione centro mentre la via del Mare solo in direzione Ostia. In alcuni punti saranno aggiunte delle piccole complanari, come in prossimità della fermata della metro B Eur Magliana. Al cavalcavia sul Fosso della Cappellaccio, addirittura, le corsie dell’Ostiense, rispetto ad oggi, subiranno un lieve «dimagrimento». Insomma, dalle carte le differenze fra il progetto Marino e quello Raggi appaiono più mediatiche che reali. In tutto questo, rimangono assolutamente insoluti alcuni nodi che potrebbero trasformare ogni partita in un inferno di traffico: anche creando due «autostrade» interne, ci sono i tappi alle estremità, quello di viale Marconi e quello delle attuali rampe di accesso per prendere il Raccordo, che non appaiono in grado di assorbire volumi di traffico come quelli che si producono in un post gara.