Il progetto Stadio della Roma di Tor di Valle un risultato lo sta ottenendo: mandare in tilt la comunicazione interna fra gli uffici tecnici del Campidoglio e gli assessori. Ieri mattina, infatti, il rappresentante unico del Comune in Conferenza di Servizi, invia in Regione un parere, il secondo, negativo sul progetto in discussione. Niente da fare: «Non si possono ritenere completamente soddisfatte le condizioni per superare il dissenso di cui al Parere Unico», scrive.
Tutto questo avveniva, praticamente, mentre il vicesindaco, Luca Bergamo, e l’assessore all’Urbanistica, Luca Montuori, stavano in Regione, per discutere con Michele Civita, titolare della delega regionale all’Urbanistica, e con i funzionari regionali in Conferenza di Servizi un «approccio» alla prossima e ultima seduta della Conferenza stessa. L’ennesimo cortocircuito, quindi, che testimonia in modo inequivocabile lo stato di confusione in cui gli uffici pubblici comunali sono precipitati negli ultimi mesi. E non è la prima volta che si verificano problemi simili. Senza scomodare l’era Berdini con le dichiarazioni dell’ex assessore contraddette in sede di Conferenza di Servizi dal rappresentante del Comune circa tempi e modi di approvazione della variante urbanistica, basti ricordare l’ultimo sberleffo fatto dagli uffici tecnici direttamente al sindaco,Virginia Raggi. Era l’ultima seduta della Conferenza.
Quella del 3 marzo scorso in cui ci si aspettava che la Regione concedesse una interruzione dei lavori così come richiesto dai proponenti. Anche perché,per appoggiare questa richiesta, il Sindaco aveva inviato una letterina al presidente della Regione, Nicola Zingaretti, nella quale la Raggi annunciava la volontà del Comune di accettare la sospensione. Poi,durante la seduta, quando tutti pensavano che i lavori sarebbero stati interrotti, tanto c’è la lettera della Raggi, colpo di scena: lo stesso Pacciani ribadisce la contrarietà del Comune a questa interruzione. E, infatti, la Regione fu costretta a non concederla. Con grande scorno della Raggi che telefonò a Zingaretti per chiedere lumi con il Presidente della Regione che le mise a disposizione anche la registrazione della seduta. Ora siamo al bis: da una parte i politici, la Raggi, Bergamo e Montuori, che cercano di rimanere agganciati in qualche modo a questa Conferenza di Servizi, magari forzando un po’ le interpretazioni delle norme. Dall’altro i tecnici che, in assenza di disposizioni amministrative precise, rimangono fermi sulle loro posizioni. Il vecchio progetto, quindi, quello basato sulla delibera Marino, va definitivamente in soffitta. Non resta che sperare nel nuovo, quello che verrà e sarà sulla (futura) delibera Raggi.
Due vincoli: questo il motivo addotto dal Campidoglio come ragione tecnica per procedere alla modifica del pubblico interesse sul progetto dello Stadio della Roma. E un piccolo giallo: una doppia versione della delibera che, per una parte del pomeriggio, circola fra gli addetti ai lavori. Andiamo per ordine.
LA NUOVA DELIBERA DI INDIRIZZO – Giovedì pomeriggio la Giunta capitolina vara la delibera di indirizzo che dà al Dipartimento Urbanistica mandato di rivedere il pubblico interesse sul progetto Stadio di Tor di Valle. In dieci pagine, la Giunta Raggi, dopo aver ripercorso l’iter di formazione della vecchia delibera riportandone anche i punti principali sui quali era stato ancorato il pubblico interesse, e tutto l’andamento della Conferenza di Servizi in Regione, entra nel vivo delle vicende delle ultime settimane.
TROPPO POCO TEMPO – «Il ristretto tempo decorrente dalla presentazione dello schema di convenzione (trasmesso dai proponenti allaRegione il 20 gennaio)…non ha permesso al Comune di svolgere una compiuta istruttoria» ed è per questo che il Comune chiede la «sospensione di 30 giorni». Sospensione che la Regione accorda il 30 gennaio. Il giorno dopo, la sorpresa del parere negativo. Iniziano le ultime settimane di incontri che terminano con l’accordo della sera del 24 febbraio fra la Raggi, il direttore generale della Roma, Mauro Baldissoni, e il costruttore Luca Parnasi.
TRE ELEMENTI PER CAMBIARE IL PUBBLICO INTERESSE – Ecco, allora come la Giunta Raggi motiva la nuova delibera: primo, il vincolo idrogeologico; secondo,il vincolo architettonico il cui iter di apposizione è stato avviato dalla soprintendente, Margherita Eichberg. Terzo: a marzo 2016 il Comune e il Ministero dei Trasporti sottoscrivono «la convenzione»per realizzare il Ponte dei Congressi. Tre elementi che, per la Giunta Raggi, «hanno cambiato il contesto urbanistico-infrastrutturale di riferimento rispetto a quello» deliberato sotto Marino. Ovviamente, poi, ma solo al quarto punto, c’è la volontà politica e cioè «il mutato quadro delle esigenze espresse nelle linee programmatiche per il governo di Roma», cioè il programma Raggi, «impone di procedere alla revisione» della delibera Marino «nel senso di una riduzione sostanziale» delle cubature.
IL NUOVO PUBBLICO INTERESSE – La «modifica della delibera Marino dovrà tener conto delle limitazioni alla trasformabilità del territorio imposte dai vincoli» e dovrà raggiungere alcuni obiettivi. Il primo: tagliare le cubature («eliminazione delle torri») «anche con la possibilità di vincolare» le somme dovute come «costo di costruzione alla copertura del costo di alcune delle previste opere di interesse pubblico». Secondo: accessibilità su ferro facendo riferimento alla Roma-Lido di proprietà della Regione (con l’assessore Montuori che su Facebook reinserisce la stazione di Tor di Valle non presente in delibera) e alla ferrovia Orte-Fiumicino aeroporto. Poi la via del Mare/Ostiense unificata tutta da Marconi al Raccordo così da «raggiungere anche il previsto ponte dei congressi».
IL GIALLO DEI 90 GIORNI PER FARE LA DELIBERA – E arriviamo al piccolo giallo. La delibera ufficiale protocollata assegna «90 giorni di tempo» al Dipartimento Urbanistica per scrivere il nuovo testo. Ma in una versione circolata ieri dal Campidoglio questo termine era scomparso. In Comune sono ottimisti: pensano di votare in Aula entro il 1 giugno. E anche lato Roma filtra un po’ di residuo ottimismo: che questa delibera di indirizzo possa essere sufficiente a interrompere i lavori della Conferenza. Anche se in Regione non ci si sbilancia, il clima non è certo dei più favorevoli.