Dopo l’ultima consegna di materiali in Campidoglio, ora è proprio il Comune che deve correre. Il tempo per tenere aperta la Conferenza di Servizi sul progetto dello Stadio della Roma di Tor di Valle è davvero poco. La bandiera a scacchi è fra 13 giorni, il 5 aprile. Quel giorno o la Conferenza si chiude con la bocciatura del progetto oppure, in extremis, la Regione ne interrompe i lavori a tempo indeterminato. Altre ipotesi, al momento, non sembrano essercene. L’obiettivo della Roma e del Comune è quello di tenere la procedura aperta, per consentire a entrambe le parti di completare tutti i passaggi necessari a dare il via libera finale al nuovo progetto. Passaggi che sono, da parte del Comune, l’adozione in Giunta della nuova delibera di pubblico interesse che sostituisce quella di Marino. Poi il testo va inviato ai due Municipi interessati, il IX e l’XI, e alle sei Commissioni consiliari coinvolte (Urbanistica, Mobilità, Lavori pubblici, Ambiente, Commercio e Sport) per le osservazioni al testo, che devono essere successivamente discusse dalla Giunta: può approvarle o respingerle con motivazioni. A quel punto, il testo è pronto per entrare in Aula Giulio Cesare per il dibattito, gli emendamenti e il voto finale.
Ignazio Marino impiegò circa 3 mesi per completare questa parte dell’iter. Quindi, il Comune sta cercando di presentarsi in Conferenza di Servizi il 5 aprile con il testo della delibera adottato dalla Giunta: un atto che non ha valore giuridico (l’Urbanistica è per legge competenza esclusiva del Consiglio comunale) ma politico. La Roma, dal canto suo, si presenterebbe con le nuove bozze di lavoro già consegnate al Comune che, rielaborate nei mesi necessari ad avere la nuova delibera, diventerebbero il nuovo progetto definitivo. A quel punto, la Conferenza verrebbe tolta dal «surgelatore» e riaperta ufficialmente per l’approvazione finale. Al contrario se qualcosa andasse storto e il 5 aprile la Regione dovesse chiudere il Conferenza con un «no», si ricomincerebbe da capo. Lo stesso iter per la nuova delibera comunale, poi la presentazione del nuovo progetto definitivo. Quindi i 90 giorni per il Comune per verificare le carte e poi l’apertura di una nuova Conferenza di Servizi da 180 giorni. Un ritardo, in questo caso, difficilmente inferiore a 6-9 mesi, probabilmente superiore.