L’amministratore delegato del club giallorosso Umberto Gandini è stato ospite di una lezione sul Fair Play Finanziario all’università la Sapienza di Roma. Queste le parole del dirigente capitolino:
Come si possono aumentare i ricavi? “La cosa principale è fare una grandissima distinzione all’inizio. La torta dei ricavi si divide per ricavi da gare, ricavi da diritti tv e una parte generale conosciuta come area commerciale. Tra i ricavi vanno messe anche in considerazione anche le attività da calciomercato. Una cosa sempre più ordinaria, non sono più le squadre che vendono per fare il pareggio di bilancio, ma comprano e vendono per diventare più competitivi. Le società che possono fare l’attività di marketing e commerciale sono i global brand. Non si rivolgono solo al mercato domestico, ma anche a quello globale”.
A che punto siamo con lo il nuovo stadio? “Contiamo di iniziare a scavare per il nuovo stadio entro l’anno. A regime contiamo di arrivare a dei ricavi in linea con quelli della Juventus, che poi crescono negli anni. Il bacino di utenza romano non può essere paragonato al bacino londinese. Sia in termini numerici che in termini di capacità di spesa. Se portassimo l’Emirates a Roma o Milano i numeri sarebbero inferiori”.
Al di là della vittoria dello Scudetto o della Coppa dei Campioni, che ormai mi sembra difficile vincere, come potete aumentare i ricavi? “Coppa dei Campioni siamo ancora lì, lo Scudetto è un po’ più difficile ma in Coppa dei Campioni abbiamo una ancora un partita martedì prossimo e qualora passassimo andiamo avanti con questo percorso che è quello che spero che tutti qua sia augurino a livello sportivo nazionale. Il calcio è emozione ma oggi non può fare a meno dell’aspetto aziendale.Tutte le parti patologiche delle gestioni sono state considerate al fine di evitare che ci fossero i cosiddetti furbetti che portassero valori di riferimento più elevati rispetto a quelli del mercato. Saltano agli occhi le varie proprietà riconducibili a fondi sovrani o governi. Solo per fare un esempio, il caso di Etihad col Manchester City che sponsorizza lo stadio e la maglia, è intuitivo che Etihad è la compagnia di bandiera degli Emirati Arabi ed altrettanto intuitivo che se la sponsorizzazione di Etihad è 3 o 4 volte superiore alla media degli altri stadi europei, questo è un campanello d’allarme. Non potete immaginare il tipo di conflitti legali che ci possono essere e ci sono stati perché ad esempio Etihad è proprietario di una società che ha sede nel Delaware, quindi arrivare a stabilire che la proprietà di Etihad sia di proprietà dello sceicco Mansour dal punto di vista legale è abbastanza complesso. La stessa cosa è successa al Psg con lo stato del Qatar e le altre entità, la cosa curiosa è che tutta questa corsa che c’è stata verso la crescita dei ricavi commerciali, quei famosi club che originariamente tentavano di proteggere il loro business dall’interesse di queste nuove realtà, continuando ad andare sul mercato hanno fatto crescere i valori di riferimento. Così la sponsorizzazione del Manchester United a 80 milioni di euro della maglia ovviamente fa salire il valore medio e la parte d’intervento“.