Pastrocchio su pastrocchio con risvolti politici. Non è il titolo del nuovo film di Lina Wertmuller ma il caos nel IX Municipio chiamato, ieri, ad esprimere un parere sulla delibera Grancio/Fassina di annullamento d’ufficio della delibera Raggi sul pubblico interesse allo Stadio della Roma. Il Municipio ha votato con un sorprendente 14 astensioni e 9 voti favorevoli alla delibera Grancio/Fassina con una interpretazione sulle astensioni decisamente anomala. Ovviamente la consigliera comunale del Misto, ex M5S, Cristina Grancio e il collega di Sinistra x Roma, Stefano Fassina già cantano vittoria anche se il parere – da più parti considerato neanche obbligatorio – non è vincolante e non ha neanche avuto la maggioranza dei voti. Il nodo, ovviamente, non è tecnico, se non in minima parte. E’ chiaramente un nodo politico.
Doppio. Il primo: i 5Stelle pur di non sbriciolarsi anche nel IX, dopo l’XI, hanno deciso di non decidere aprendo il quesito sull’utilità dell’eleggerli se poi non sanno assumersi una responsabilità che sia una. Ma il secondo nodo è più serio e riguarda la capacità di Virginia Raggi di avere ancora una maggioranza. In Aula Giulio Cesare, quanto meno. La delibera Grancio/Fassina – che stando all’Avvocatura capitolina è inaccettabile visto che non chiede la revoca ma l’annullamento in autotutela senza un solo appiglio giuridico valido – dovrà comunque passare per le commissioni consiliari prima di giungere al voto in Consiglio. Il tutto mentre nel frattempo proseguono senza sostai lavori preparatori fra Comune e Roma/Eurnova per concludere i testi di variante e convenzione urbanistica da portare al voto in Aula.
FONTE: Il Tempo – F. M. Magliaro