Dopo il passaggio in Commissione Urbanistica, che ha svelato le spaccature tra i grillini, la giunta Raggi è pronta a votare la nuova delibera di «pubblica utilità» sul progetto bis di Tor di Valle. Quindi con l’«Ecomostro» di negozi e uffici sforbiciato al 50% e le infrastrutture pubbliche pagate dai privati notevolmente ridimensionate. Il voto in giunta, trapela da Palazzo Senatorio, è atteso per martedì, anche se potrebbe arrivare addirittura nella serata di domani. Di fatto l’amministrazione schiaccia sull’acceleratore per tentare di arrivare all’ok dell’Assemblea capitolina entro il 15 giugno, quando scade la conferenza dei servizi convocata dalla Regione. Solo così l’iter del nuovo progetto potrà ripartire direttamente da una nuova conferenza dei servizi «decisoria», saltando quella preliminare, che allungherebbe la procedura di diversi mesi. La conferenza attuale, in ogni caso, si chiuderà con un «esito negativo», che è già stato espresso. La corsa contro il tempo per dare il via libera al nuovo progetto, però, non è priva di ostacoli. Dopo il voto in giunta, infatti, è prevista la discussione nei municipi. Che, col cronoprogramma serrato dettato dal Campidoglio, dovrebbe avvenire in tempi record. I parlamentini del IX e dell’XI dovrebbero riunirsi già tra giovedì e venerdì. Anche perché il presidente del Consiglio comunale, Marcello De Vito, punta a far iniziare la discussione in Aula Giulio Cesare lunedì 12 giugno. A quel punto bisognerà vedere come si comporterà il M5S e se il capogruppo Paolo Ferrara riuscirà a tenere unita la maggioranza.
LA SPACCATURA – Qualche malumore sull’accordo del 24 febbraio tra la Roma e il Comune, del resto, c’è. Già all’epoca, in una riunione infuocata a Palazzo Senatorio, quattro consiglieri grillini non votarono l’intesa. Mercoledì scorso poi Cristina Grancio, vicepresidente vicario della commissione Urbanistica, ha attaccato pubblicamente l’assessore Luca Montuori che stava illustrando il progetto ai consiglieri. I pentastellati critici mettono in dubbio la «solidità economica» dei privati che dovrebbero realizzare l’operazione calcistico immobiliare («non si può firmare un contratto con Eurnova spa, così vai dietro a Parnasi», ha detto la Grancio a Montuori), ma anche i tempi del voto in Assemblea del provvedimento. Chiedendo di aspettare che sull’argomento si esprima definitivamente la Soprintendenza archeologica del Mibact, che a metà febbraio ha deciso di apporre il vincolo sull’ippodromo di Tor di Valle. La Roma un mese fa ha presentato ricorso all’ufficio del Ministero, allegando le proprie controdeduzioni sul vincolo. Che però, ad oggi, non è ancora stato né confermato né rimosso.